Cieco, sordo e muto - locandina

Cieco sordo muto, l’ultima opera di Lorenzo Lepori, contamina gli incubi visionari di Lovecraft con la tradizione exploitation dell’horror gotico-erotico europeo…

 

 

 

 

 

 

Lo scrittore David, afflitto da una triplice disabilità che gli impedisce di vedere, sentire e parlare, per scrivere il suo ultimo libro si reca con i suoi due assistenti in un albergo dove in passato sono accaduti fatti spaventosi. Ma, in cerca di ispirazione, il visionario scrittore entra in contatto con una misteriosa entità che un tempo era venerata dove ora sorge la villa, una divinità oscura e malefica in grado di manipolare le menti degli uomini e forse anche la materia della realtà…

Attenzione spoiler!

Sorprendentemente Lorenzo Lepori per il suo ultimo film trae ispirazione niente di meno che dal grande e inimitabile H.P. Lovecraft, il padre dell’orrore cosmico, dopo aver attinto nelle sue precedenti opere quasi esclusivamente all’immaginario ‘exploitation’ dei B movies e dei fumetti erotici degli anni ’70/’80. Cieco sordo muto (2023) è liberamente tratto dall’omonimo breve racconto di Lovecraft “Deaf, Dumb and Blind” pubblicato per la prima volta nel 1925 sulla leggendaria rivista pulp Weird Tales. Altri registi italiani indipendenti di recente si sono ispirati più o meno direttamente all’opera di Lovecraft, come Ivan Zuccon (La casa sfuggita), Domiziano Cristopharo (Virus: Extreme Contamination, Two Left Arms) e Lorenzo Bianchini (Custodes Bestiae), nonostante la ben nota difficoltà nel trasporre in immagini la narrativa del Solitario di Providence. Quindi non può che suscitare curiosità vedere in che modo Lorenzo Lepori e lo sceneggiatore Antonio Tentori hanno adattato il breve racconto che Lovecraft scrisse in collaborazione con lo scrittore e amico Clifford M. Eddy Jr. (1896 – 1967). Benché considerata tra le migliori storie di orrore puro scritte da Lovecraft per C.M. Eddy (insieme al ‘necrofilo’ The Loved Dead), si tratta di un racconto minore, non appartenente al ciclo di Cthulhu, piuttosto statico e privo di accadimenti quindi non adatto a una narrazione per immagini. Con un certo coraggio Lepori si cimenta in un’impresa dove hanno fallito produzioni più blasonate. Infatti, pur mantenendo le atmosfere allucinate del racconto e la singolare figura del protagonista, un uomo privo dei principali sensi che vive isolato in un suo mondo interiore fatto di oscurità e di incubi, il regista non rinuncia al suo ‘cinema’ truce e violento, impregnato di un erotismo morboso piuttosto lontano dall’horror lovecraftiano, rigorosamente privo di presenze femminili ma assai vicino ai thriller/horror dei vari Mario Bava, Lucio Fulci, Jesus Franco… L’esile spunto offerto dal racconto non impedisce a Lepori di ampliare i personaggi della storia, soprattutto con gli assistenti dello scrittore David, Simona e Pio che danno vita a un singolare ‘triangolo’ non amoroso ma di ambigua dipendenza. Lo scrittore, giunto in una villa disabitata in cerca di ispirazione, è ossessionato dal portare a compimento un misterioso scritto che i due tormentati assistenti si affannano a riordinare e trascrivere. In questo il protagonista assomiglia a un altro personaggio lovecraftiano, il folle musicista muto presente nel celebre racconto La musica di Erich Zann (1921): entrambi i personaggi con la loro arte (la scrittura e la musica) entrano in contatto con malefiche entità che abitano universi ignoti ed oscuri. Nel film David subisce la malefica influenza di un’antica entità che risiede in una pozza melmosa situata nella cantina della villa (nel racconto è una palude). Ne La musica di Erich Zann l’ignoto male si cela oltre una finestra buia coperta da tendaggi.

Cieco sordo muto non poggia su mistero e tensione in senso stretto tipici del thriller, anzi inizialmente ha un andamento quasi compassato (a parte il truculento prologo) con i due assistenti che devono stare dietro alle pressanti richieste del paranoico scrittore. Ma sono le dinamiche che scaturiscono dallo strano rapporto tra i tre personaggi che creano un’atmosfera inquietante, quasi di disagio per lo spettatore. Poi quando Simona spinta dalla curiosità, si avventura nella cantina, dove David si reca sempre da solo in cerca di misteriosa ispirazione, l’influenza nefasta dell’entità primordiale diventa manifesta sui protagonisti e i freni inibitori vengono meno tra efferate uccisioni a colpi di coltello, manifestazioni di malsano erotismo, enigmatiche visioni da incubo. Le esperienze extra-sensoriali del menomato scrittore privo dei principali sensi sono chiaramente di ispirazione lovecraftiana (come i tentacoli che lambiscono David) se non letteralmente prese dal racconto, come le mani nere dalle lunghe dita adunche che toccano il volto dello scrittore.
“… mani micidiali che mi soffocano e tormentano i miei occhi ciechi – Dita di un gelo polare mi stanno premendo le tempie – sono rigide ed ossute, come corna…”
Alla fine la pellicola rimane piuttosto enigmatica: ad esempio chi è l’uomo nella scena d’apertura, interpretato dallo stesso regista, che si priva con un pugnale di vista, udito e lingua prima di sbudellarsi in una sorta di macabro auto-sacrificio? Come il racconto che si chiude in maniera tipicamente lovecraftiana con l’enunciazione dell’impossibilità per la mente umana di comprendere appieno l’orrore di certi abissi, così nel film tocca allo spettatore cercare di decifrare gli avvenimenti perturbanti a cui ha assistito. Il criptico finale da incubo, rimane ambiguamente in bilico tra le visioni oniriche dello scrittore oppresso da una nera figura demoniaca e la fisicità perturbante fatta di carne e di sangue che pervade la realtà.

Anche in Cieco sordo muto, Lorenzo Lepori si circonda dei suoi più fidi attori e collaboratori che contribuiscono alla sostanziale riuscita del film: la novità è costituita dall’attore irlandese David Brandon, noto in Italia per i ruoli avuti in vari film horror e thriller (Deliria, La Casa 5, Neverlake), nella parte del menomato scrittore che fornisce una valida performance attoriale, misurata e convincente. Grande prova della conturbante Simona Vannelli, preda di pulsioni estreme e di un emaciato e febbrile Pio Bisanti in qualche modo soggiogato dalla donna. Possiamo considerare Cieco sordo muto un’evoluzione per il regista toscano, sia sotto l’aspetto produttivo che tecnico: la fotografia e la colonna sonora evocativa di Federico Giammattei sono di grande qualità, così come gli effetti e il make-up di Grazia D’Amaro. Non dimentichiamo infine lo sceneggiatore Antonio Tentori, già collaboratore di registi del calibro di Dario Argento, Joe D’Amato, Lucio Fulci...
Vedremo in futuro se Lorenzo Lepori trarrà ancora ispirazione per le sue opere dai grandi autori del fantastico.

 

Regia: Lorenzo Lepori
Anno: 2023
Sceneggiatura: Antonio Tentori, Lorenzo Lepori
Produzione: DigitMovies – Cinnamon Digital Cinema
Durata: 82 min.
Fotografia: Federico Giammattei
Interpreti: David Brandon, Simona Vannelli, Pio Bisanti, Lorenzo Lepori