Long Legs - poster

 

 

Definito il film horror più spaventoso degli ultimi anni, Longlegs si conferma come un film impressionante che lascia il segno, dominato dalla presenza di un terrificante Nicolas Cage

 

 

 

 

 

Attenzione spoiler!

Dopo una campagna marketing efficace e tambureggiante, fatta di trailer enigmatici e inquietanti, Longlegs raccoglie all’uscita ottimi incassi (a fronte di un budget di ‘soli’ dieci milioni di dollari) e consensi quasi unanimi. Dopo una serie di pellicole horror valide ma certo non memorabili (February – L’innocenza del male, Sono la bella creatura che vive in questa casa, Gretel e Hansel), il regista Osgood “Oz” Perkins, figlio dell’attore di Psyco di Alfred Hitchcock, Anthony Perkins, realizza probabilmente la sua opera migliore e di maggior successo, curando anche la sceneggiatura e il soggetto.

Nel 1995, in un cupo e desolato Oregon, l’agente dell’FBI Lee (ottimamente impersonata da Maika Monroe) sta indagando su un serial killer conosciuto con il soprannome di ‘Longlegs’. Lasciando sul luogo dei delitti messaggi indecifrabili scritti in un alfabeto ignoto, Longlegs ha la singolare abitudine di uccidere giovani donne nate il 14 del mese, insieme ai loro genitori nelle loro case. Oltre a non lasciare alcuna traccia della sua presenza sulla scena del crimine (a parte gli enigmatici messaggi firmati ‘Longlegs’), l’FBI non riesce a capire come mai sembra sempre che sia il padre ad aver ucciso il resto della famiglia prima di suicidarsi a sua volta. In altre parole in che modo il killer riesce a indurre il padre a sterminare la sua stessa famiglia? Manipolazione della mente? Ipnosi? Ricorso ad altri complici?
Dopo un incipit particolarmente disturbante, dove un individuo strano e sgradevole (di cui non si vede completamente il volto) avvicina una bambina nei pressi della sua casa innevata, lo spettatore si ritrova irrimediabilmente catturato dalla visione del film. Catapultati nell’indagine, gli amanti del genere finalmente cominciano a pregustare, dopo tanti horror/thriller fatti in fotocopia, una storia crime piena di mistero, suspense e colpi di scena sulla falsariga di pellicole indimenticabili come Il Silenzio degli Innocenti, Seven, La Dalia Nera, o la serie TV True Detective.

Però a questo punto arriva un primo “ma”. Infatti, quando l’agente Lee dà dimostrazione di possedere poteri psichici, anche se non del tutto affidabili, che le permettono di ‘sentire’ la presenza elusiva del serial-killer, l’elemento ‘crime’ o ‘poliziesco’ comincia a venire meno in favore di quello soprannaturale, così come viene meno la somiglianza con Il Silenzio degli Innocenti, paragone inappropriato fatto da molti per via della presenza di due giovani protagoniste femminili, Lee Harker e Clarice Starling, alla prese con due spietati serial-killer. Ma, come dicevamo, Longlegs cambia genere rapidamente, secondo noi deludendo in parte le alte aspettative venutesi a creare con il tesissimo incipit, perché in questo modo si depotenzia l’elemento mistery che invece in questo tipo film, secondo noi, deve rimanere sempre preponderante. Il soprannaturale o paranormale, nelle migliori opere del genere (come Rosemary’s Baby, Angel Heart – Ascensore per l’inferno, Il Sesto Senso, True Detective 1…) deve rimanere inizialmente vago, quasi sullo sfondo o relegato alla sfera onirica e comunque svelato sempre nel finale, non usato come mezzo per risolvere o spiegare in anticipo un intreccio narrativo di genere giallo/mistery/thriller in apparenza inestricabile e appassionante per lo spettatore. Ad esempio tutta la parte investigativa inerente ai tentativi di decifrare la scrittura criptica di Longlegs (come nel caso reale del serial-killer Zodiac) o di comprendere per quale motivo l’assassino uccida le ragazze nate il 14 del mese diventa quasi pretestuosa e fine a se stessa. Ovviamente “Oz” Perkins non ha commesso errori ma ha fatto volutamente una scelta precisa sull’indirizzo da dare alla storia, coerente con le sue passate pellicole horror/gotiche/soprannaturali dove ha privilegiato gli elementi orrifici, irrazionali e le atmosfere angoscianti. E in Longlegs sono perfettamente inseriti, soprattutto grazie alla presenza di un Nicolas Cage istrionico che dà vita a un personaggio molto disturbante, pesantemente truccato, una sorta di via di mezzo tra il cantante Marilyn Manson e una vecchia signora. Lo stesso Cage ha ammesso in una recente dichiarazione di essersi ispirato per la creazione del suo personaggio, a sua madre (che evidentemente era una persona piuttosto disturbata). Nell’economia della storia secondo noi, l’identità di Longlegs viene alla luce troppo presto ma questo offre la possibilità a Nicolas Cage di esibirsi in perfomances deliranti (come la scena dell’interrogatorio) che pare abbiano sconvolto realmente la povera Maika Monroe. La Monroe dà vita a un personaggio tormentato che nasconde un segreto legato a un passato doloroso che poi troverà una spiegazione (insieme al suo intuito ‘paranormale’) nel colpo di scena finale, valido ma non del tutto inatteso. Il grottesco Longlegs è una figura diabolica, folle esecutore di un male ineluttabile che fa apparire impotenti gli agenti dell’ FBI e senza via di salvezza le famiglie vittime. La rada umanità che abita i grandi spazi dell’Oregon, isolata nelle sue case sperdute, ci appare più che mai indifesa di fronte agli efferati e incomprensibili delitti. Anche l’introversa Lee vive da sola in una casa cupa e solitaria. La scoperta della modalità con cui avvengono gli inspiegabili omicidi, come già accennato, è parzialmente deludente in quanto è ‘semplicemente’ di origine soprannaturale. Senza svelarvi l’identità del complice usato per introdursi nelle case senza destare sospetti, diremo soltanto che Longlegs, dichiarato seguace di Satana, non commette di persona gli omicidi, (come Charles Manson per intenderci) ma si serve dell’influenza malefica di orride bambole da lui costruite con perizia e donate con un sotterfugio, per ‘costringere’ i padri a sterminare la propria famiglia senza esitazioni. In proposito aggiungiamo soltanto che la bambola malefica, onnipresente ormai in molti film horror o thriller (sia in forma simbolica o effettivamente dotata di poteri magici o fonte di maledizioni) è un elemento narrativo che, per quanto inquietante, francamente ci ha rotto i gabbasisi, per parafrasare un noto commissario di polizia siciliano. Sicuramente il talentuoso Oz Perkins poteva inventarsi qualcosa di meno derivativo.

Nonostante i difetti evidenziati riguardo la svolta ‘soprannaturale’ imboccata prematuramente dal film che potrebbe sminuire l’alone di mistero, per gli amanti dell’horror, Longlegs svolge bene la sua funzione, ovvero incute paura senza cali di tensione, ci lascia incollati alla poltrona omaggiando alcuni classici del thriller ma prendendo una sua via autonoma e stilisticamente originale, comunque terrificante ma senza affidarsi ai soliti jumpscares. Una regia e un montaggio sofisticati che puntano più sulla sottrazione e sul non visto non vanno a detrimento di un certo crudo realismo, anzi soprattutto all’inizio questa visione frammentaria della vicenda e dei personaggi crea un clima particolarmente angosciante per lo spettatore. Contribuiscono all’efficace resa horror anche la fotografia glaciale dai toni tenui e una colonna sonora spesso ‘assente’ ma che quando c’è, si fa sentire con le note sinistre di Zilgi e dei T-Rex. Da rimarcare anche le caratterizzazioni di Blair Underwood nei panni del capo di Lee e Alicia Witt nella parte della madre religiosa e depressa.
In fondo a Oz Perkins non interessa la trama del film o al soluzione pratica del caso ma preferisce irretire lo spettatore con le sue suggestioni e le sue atmosfere che ci mostrano un mondo dove alla fine prevale la presenza di un male palpabile che si può insinuare ovunque, anche nella più tradizionale e rassicurante delle istituzioni umane, la famiglia.

 

Regia: Osgood “Oz” Perkins
Sceneggiatura: Osgood “Oz” Perkins
Fotografia: Andrés Arochi
Musiche: Zilgi, T-Rex
Produzione: USA – 2024 – C2 Motion Picture Group, Saturn Films
Attori: Nicolas Cage, Maika Monroe, Blair Underwood, Alicia Witt