Il mutante Logan (alias Wolverine) vive come un eremita tra le foreste dello Yukon, tormentato dagli incubi e in preda ai rimorsi per la morte della sua amata Jean Grey, la mutante Fenice che è stato costretto ad uccidere tempo prima. Ma il suo esilio volontario viene interrotto quando la mutante Yukio (con poteri di preveggenza) lo convince a recarsi a Tokyo dove lo aspetta l’anziano magnate Yashida, capo di una potente corporazione tecnologica in Giappone. Yashida, ormai moribondo, vuole dire addio e ringraziare Logan per avergli salvato la vita nel 1945 a Nagasaki, durante lo scoppio della bomba atomica. Però lo scopo di Yashida, piuttosto interessato ai poteri dell’immortale X-Man, si rivelerà molto meno nobile…
Wolverine – L’immortale è il secondo film dedicato al supereroe Wolverine dopo X-Men le origini – Wolverine, anche se non ne costituisce un diretto seguito, infatti si colloca come storia tra X-Men – Conflitto finale e X-Men – Giorni di un futuro passato. Il film è liberamente ispirato alla miniserie a fumetti Wolverine del 1982 scritta da Chris Claremont e illustrata da Frank Miller. Le atmosfere introspettive ed emotivamente intense parzialmente presenti nel film provengono dall’innovativa miniserie a fumetti, ritenuta un capolavoro nel suo genere. Inevitabilmente la trasposizione cinematografica è più vincolata alle logiche commerciali hollywoodiane che prendono il sopravvento su qualsiasi tentativo di uscire dagli schemi della solita produzione kolossal piena di rumorosa azione e rutilanti effetti speciali. Il coriaceo ma problematico Wolverine è solo l’ultimo di una serie di eroi cinematografici che hanno avuto a che fare con il paese del Sol Levante e le sue esotiche tradizioni, infatti il motivo del ‘duro’ ma disincantato ‘gaijin’ (straniero) occidentale che si incontra/scontra con il mondo nipponico è un mini-filone a sé stante del cinema action/thriller (ci basti ricordare il mitico Yakuza del 1975 con Robert Mitchum). Nel nostro caso per l’eroe Marvel è l’occasione per cimentarsi in lunghi ed estenuanti combattimenti dove mette alla prova i suoi artigli di ‘adamantio’ contro le lame giapponesi impugnate da una miriade di sicari e ninja. Non che manchino momenti più intimi o spunti visivamente interessanti nel film ma sono solo abbozzati o poco sviluppati (come il coinvolgimento sentimentale di Logan con Mariko). Alla fine prevale la logica dello spettacolo con uno svolgimento più confusionario che complesso. Beninteso, dal punto di vista spettacolare il film funziona e alla fine non ci fa mancare il classico scontro finale con un robottone gigante, il temibile Silver Samurai dall’armatura di adamantio. L’identità di colui che indossa questa armatura robotica dovrebbe costituire una sorpresa finale per lo spettatore, almeno nelle intenzioni del regista James Mangold. Il film poggia in buona parte sulle spalle del sempre più nerboruto Hugh Jackman che indossa con crescente disinvoltura i panni del poderoso Wolverine, super eroe muscolare ma anche sofferente ed introverso. Jackman per prepararsi alla parte si è allenato sei mesi, facendosi aiutare anche dal noto wrestler e attore Dwayne Johnson.
Titolo: Wolverine – L’immortale (The Wolverine)
Regia: James Mangold
Anno: 2013
Produzione: USA, Giappone, Australia – 20th Century Fox – Colore 3D, sonoro, durata 126 min.
Sceneggiatura: Christopher McQuarrie, Mark Bomback, Scott Frank
Fotografia: Ross Emery
Scenografia: Frédéric Amblard
Effetti speciali: Brian Cox, Shaun Friedberg
Musica: Marco Beltrami
Interpreti: Hugh Jackman, Will Yun Lee, Tao Okamoto, Rila Fukushima, Hal Yamanouchi, Svetlana Khodchenkova