NOSFERATU DI EGGERS
SINFONIA DELL’ORRORE O MINESTRA RISCALDATA (COI BAFFI)?
Molto si è parlato del film sul nostro Conte Orlok, scritto e co-prodotto da Robert Eggers, remake del capolavoro espressionista muto ‘’Nosferatu il vampiro’’ del 1922. Si è parlato (a sproposito) di capolavoro assoluto dell’horror del XXI secolo o, in maniera diametralmente opposta, ma sempre a sproposito, di film noioso, troppo calligrafico e lento (peccato mortale per il pubblico odierno assuefatto alle serie televisive o ai film Marvel, la cui soglia di attenzione si è abbassata a livelli assai preoccupanti). La lentezza del ritmo potrebbe risultare difficile da digerire per chi si aspetta un horror più dinamico. Molte scene si concentrano sulla costruzione atmosferica, lasciando spazio a lunghi momenti di silenzio e riflessione, che alcuni potrebbero trovare noiosi o eccessivamente dilatati. La narrazione più introspettiva potrebbe far perdere intensità al carattere propriamente “horror” che ci si aspetta dal film.
Tuttavia, a mio modesto parere si tratta di un buon film, sicuramente una spanna sopra gli horror mainstream contemporanei, ma nulla di trascendentale o imperdibile. Forse la cosa che mi ha convinto di meno è proprio l’aspetto del vampiro, del sopracitato Orlok (o Nosferatu se preferite). Certo, Eggers si è rigorosamente attenuto alla descrizione del vampiro fatta da Stoker in ‘’Dracula’’, compresi i baffi da cosacco, rappresentandolo come un cadavere ambulante. Inquietante, sì, ma senza un briciolo di carisma o fascino. Una sorte di ussaro/zombie alto due metri e muscoloso. Quanta differenza dall’iconico Nosferatu di Murnau o di Herzog. Ecco, ora mi si potrebbe obiettare che sarebbe stato ridicolo ripresentare il solito mostro calvo e pallidissimo con le dita lunghe e le unghie affilate, magrissimo e con lo sguardo perso. Non lo nego, tuttavia qualcosa di meglio si poteva (o si sarebbe potuto) escogitare, anche se ormai la versione del vampiro di Eggers sembra avviata a diventare iconica proprio grazie ai baffoni spioventi e al cappottone sulle spalle… vedremo tra qualche anno.
Per il resto il film ha una bellissima fotografia, con paesaggi tetri, atmosfere torbide e malate, con tanto di ratti veri (e non in CGI, bravi!) e ricostruzioni fedeli. La recitazione è forse un po’ sopra le righe (anche se potrebbe trattarsi di una scelta stilistica, un rimando al cinema muto dell’epoca del primo Nosferatu dove la recitazione era enfatizzata per supplire alla mancanza del sonoro). Quelle che proprio non mi hanno convinto sono le facce alla “Esorcista” di Lily-Rose Depp, già diventate un meme su internet.
Un altro punto che potrebbe dividere è la caratterizzazione di alcuni personaggi. Pur avendo una grande interpretazione da parte di Bill Skarsgård, il Nosferatu di Eggers non è sempre così complesso o chiaramente motivato nelle sue azioni. L’elemento umano nel personaggio potrebbe risultare un po’ sottovalutato rispetto a quanto sarebbe stato interessante esplorare. La relazione della protagonista con Nosferatu potrebbe sembrare talvolta piatta, senza il giusto grado di sviluppo emotivo, che avrebbe potuto fare da contrappunto alla tensione del film.
Come rielaborazione dell’iconico film del 1922 di F.W. Murnau, è ampiamente sufficiente (ma non una pietra miliare nel panorama cinematografico contemporaneo!), un’opera che si fa notare per la sua capacità di mescolare il rispetto per la tradizione con l’audacia di una visione moderna e intima del mito del vampiro.
Dal punto di vista estetico, Eggers si conferma comunque un maestro del dettaglio visivo e dell’atmosfera. L’uso delle ombre e della luce, che nel film di Murnau era fondamentale, rimane un elemento cruciale in questa nuova versione, ma con una sensazione di modernità che avvolge ogni scena. La fotografia, pur non essendo una novità per il genere, è resa con una qualità e una profondità che rendono omaggio ai classici senza cadere nel già visto. La scelta di utilizzare ambienti naturali e set minuziosamente ricostruiti contribuisce a dare un senso di realtà disturbante, rendendo ogni inquadratura un’opera d’arte.
Il film si distingue anche per l’ambientazione storica e la ricostruzione del periodo. Eggers, noto per la sua attenzione ai dettagli storici (basti pensare a ‘’The Witch’’ e ‘’The Lighthouse’’, quest’ultimo tanto bello ed affascinante nella prima parte quanto brutto e svaccato nella seconda), porta in scena un’Europa gotica e decadente, dove la paura del nuovo millennio si mescola con il folklore antico.
Dal punto di vista narrativo, Eggers si prende delle libertà, esplorando le motivazioni interne dei personaggi e soffermandosi maggiormente sulla figura della protagonista, interpretata da Lily-Rose Depp, la cui presenza rende la storia ancora più complessa e drammatica. La relazione tra lei e il vampiro non è solo quella del predatore e della preda, ma diventa un confronto tra due esseri che cercano una sorta di redenzione.
Personalmente, ho apprezzato l’approccio che Eggers ha avuto nel rimanere fedele allo spirito del film originale pur con una visione aggiornata. La storia, pur mantenendo la sua essenza, riesce a sorprendere e a sconvolgere, senza mai perdere il suo fascino misterioso e inquietante. La tensione e il ritmo, a volte lenti e meditativi, favoriscono una costruzione della paura che è viscerale e psicologica, senza ricorrere a facili effetti speciali.
Valutazione estetica: 9/10
L’estetica del film è uno dei suoi punti più forti. La cura con cui sono costruiti i set, le atmosfere visive, la fotografia e l’uso delle luci è impressionante. Ogni scena sembra un quadro gotico in movimento, contribuendo a un’esperienza cinematografica che è tanto visiva quanto emotiva.
Valutazione generale: 7/10
Nosferatu di Robert Eggers è un film che non teme di sfidare le convenzioni, riuscendo a mantenere viva la forza inquietante del mito originario mentre esplora nuove direzioni artistiche e narrative, ma non è un capolavoro. Piuttosto una riflessione sull’immortalità, sulla solitudine e sulla condanna, che lascia un segno, sia estetico che emotivo.
Alessandro Taccari
Regista: Robert Eggers
Anno: 2024
Sceneggiatura: Robert Eggers
Fotografia: Jarin Blaschke
Musiche: Robin Carolan
Cast: Aaron Taylor-Johnson, Bill Skarsgård, Nicholas Hoult, Lily-Rose Depp, Emma Corrin