Nel corso di una missione umana su Marte, l’astronauta Mark Watney viene considerato morto dopo una violenta tempesta di sabbia e lasciato a terra dal suo equipaggio che decide di decollare e fare rotta verso casa. Ma Watney è sopravvissuto e si ritrova abbandonato su un pianeta ostile. Solo con pochi rifornimenti, deve ricorrere a tutto il suo ingegno e spirito di sopravvivenza per rimanere in vita e trovare il modo di segnalare alla Terra che è ancora vivo. Quando a milioni di miglia di distanza la Nasa si accorge che l’astronauta è sopravvissuto si tenta di pianificare una disperata e impossibile missione di salvataggio…
Abbiamo già visto in una precedente news su The Martian come il cinema di fantascienza non abbia ancora prodotto capolavori memorabili ambientati sul pianeta Marte anche se questa nuova opera di Ridley Scott potrebbe essere inserita nel filone delle storie di sopravvivenza spaziale/planetaria di impostazione realistica (vedi Abbandonati nello spazio – 1969, Apollo 13 – 1995, Gravity – 2013, Europa Report – 2013…). Ultimamente il grande Scott (regista di culto di capolavori sci-fi come Alien e Blade Runner) aveva perso un po’ la vena creativa con una serie di film non troppo ispirati. Ma questa volta con The Martian il regista sembra aver fatto centro proprio nella fantascienza, il genere che gli ha dato fama ed onori. Sicuramente il libro da cui è tratto il film, “The Martian” di Andy Weir (un ingegnere informatico diventato scrittore), non è facile da adattare per il grande schermo per via del racconto in prima persona e soprattutto per la magistrale ricostruzione introspettiva del protagonista che riesce a creare un legame unico con il lettore. Eppure Scott, potendo contare su un soggetto ‘forte’, è riuscito a mettere in scena una storia spettacolare, piena di ritmo e tensione, temperata da buone dosi di ironia. Si finisce subito per parteggiare per l’indomito astronauta Mark Watney che nonostante si ritrovi esiliato su un pianeta ostile, non si dà mai per vinto e cerca sempre di escogitare nuovi piani per prolungare la sua precaria esistenza e per riuscire a comunicare con i suoi simili. Come un novello Robinson Crusoe spaziale Watney non ha neanche bisogno dell’amico Venerdì in quanto parla spesso da solo registrando tutto quello che fa in lunghi monologhi talvolta esilaranti.
Buona parte del film si regge ovviamente sull’ottima interpretazione di Matt Damon che stavolta come astronauta solitario si comporta meglio di quello in preda alla follia impersonato in Interstellar. The Martian ha un’impostazione molto realistica (in effetti tra pochi anni potrebbe essere possibile raggiungere Marte con un equipaggio umano) soprattutto sotto l’aspetto dell’accuratezza scientifica. Forse l’unico appunto riguarda le tempeste di sabbia marziane che, essendo l’atmosfera di Marte molto più rarefatta di quella terrestre, dovrebbero alzare solo particelle molto fini dall’effetto non così devastante come mostrato nel film. Inoltre appare improbabile che un fenomeno tutto sommato ben conosciuto e studiato possa prendere di sorpresa e costringere alla fuga una spedizione di questo tipo. A parte questi particolari non troppo plausibili, il film scorre via veloce nonostante la lunga durata, senza suscitare particolari cali di attenzione nello spettatore. Stavolta il nemico non è rappresentato da alieni o presenze oscure ma semplicemente dall’ambiente marziano, naturalmente poco ospitale con l’essere umano. Scott si dimostra anche abile nel tratteggiare gli scenari e i personaggi al di fuori di quelli marziani come le riunioni della Nasa dove entra in gioco la politica o quelle dei compagni di missione di Watney che devono decidere se tentare di tornare su Marte per recuperare il loro collega. Jeff Daniels e Sean Bean nella parte dei vertici della Nasa e Jessica Chastain come capitano della missione forniscono una prova convincente. A differenza della pellicola, la parte extra-marziana non è sviluppata nel romanzo di Weir che si concentra esclusivamente sulle peripezie solitarie del naufrago e sulla meticolosa ricostruzione tecnica delle varie modalità di sopravvivenza. Il film invece deve seguire le regole delle major di Hollywood per piacere al maggior numero di persone possibile; quindi non solo fa buona pubblicità alla Nasa e all’eroe americano dalle mille risorse ma strizza l’occhio al potenzialmente numeroso pubblico della Cina mettendo in scena l’intervento dei cinesi generosi che si offrono di fornire aiuto alla missione di salvataggio dell’astronauta mettendo a disposizione le loro tecnologie aerospaziali finora tenute segrete. Gli effetti in computer graphics, di ottima fattura, sono dosati nella giusta misura e il desolato Marte è reso efficacemente dagli scenari del deserto della Giordania. Alla fine comunque sembra di tornare ad una certa fantascienza classica di vecchio stampo, sostanzialmente ottimista e fiduciosa verso le tecnologie, anche quelle ritenute obsolete.
Titolo: Sopravvissuto – The Martian (The Martian)
Anno: 2015
Regia: Ridley Scott
Produzione: USA – Scott Free Productions, Simon Kinberg – Durata: 141 min.
Sceneggiatura: Drew Goddard
Fotografia: Dariusz Wolski
Scenografie: Arthur Max
Musica: Harry Gregson-Williams
Interpreti: Matt Damon, Jessica Chastain, Kristen Wiig, Mackenzie Davis, Kate Mara, Jeff Daniels, Sean Bean
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