Le versioni inglesi (1959 – 1971)
Se nel corso degli anni ‘ 50 la mitica figura di Jekyll/Hyde era stata in parte trasfigurata e banalizzata dai monster movies made in USA, il cinema horror britannico, soprattutto sotto l’egida della Hammer, proverà a far rientrare il personaggio di Stevenson in un ambito più consono al suo illustre status. Toccherà al maestro Terence Fisher, dopo Frankenstein, Dracula e la Mummia, fare una riduzione del mito di Jekyll (con la collaborazione dello sceneggiatore Wolf Mankowitz) con il film Il Mostro di Londra (The Two Faces of Dr Jekyll, 1960). Fisher, pur mantenendo le classiche ambientazioni vittoriane e una sostanziale fedeltà allo spirito dell’opera letteraria, si volle svincolare dallo schema classico della rappresentazione della doppia figura di Jekyll/Hyde. La trovata geniale consiste nell’operare un ribaltamento d’aspetto e in parte caratteriale tra Jekyll e Hyde: a differenza di altre versioni cinematografiche, Jekyll non è un filantropo affascinante, ma appare già vecchio, irsuto, imbelle, socialmente emarginato e anche tradito dalla moglie. Al contrario Hyde è attraente, giovane e brillante in società. Anche se, come i suoi predecessori, è piuttosto incline alla violenza omicida. Naturalmente è da lodare la performance ammirevole dell’attore Paul Massie nel difficile doppio ruolo. Però, quello che impedisce a questa pellicola di essere annoverata tra i capolavori assoluti è il fatto che all’originale spunto iniziale non si è riusciti a dare un adeguato sviluppo a livello di sceneggiatura; la scelta di far prevalere i toni del melodramma su quelli più tradizionalmente orrorifici, con il passare del tempo, ha tolto al film mordente ed efficacia. Anche la rappresentazione degli aspetti peccaminosi e proibiti della società vittoriana risulta un po’ datata e di maniera (come la scena del ballo con il serpente). Altre trovate fanno sorridere come l’omicidio di Paul Allen (l’amante della moglie di Jekyll interpretato da un ottimo Christopher Lee) che viene rinchiuso da Hyde in una stanza in compagnia di un letargico serpente visibilmente rintronato dopo che una procace danzatrice gli ha ingoiato la testa durante la sequenza erotica del ballo.
Comunque al di là di questi difetti, Il mostro di Londra influenzerà varie pellicole future nella sua rappresentazione di un Mr.Hyde affascinante e di bell’aspetto più simile a un superuomo che a un bruto mostruoso, a cominciare dalla celeberrima parodia Le folli notti del Dottor Jerryll (The Nutty Professor, 1963) di e con Jerry Lewis che impersona il goffo e imbranato prof. Kelp che si trasforma nel fascinoso e aggressivo Billy Love (caratterizzazione basata sull’attore Dean Martin). In verità qualche anno prima, la Hammer aveva realizzato qualcosa di simile con la parodia (non troppo riuscita) The Ugly Duckling (1959) dove il brutto Henry Jekell si trasforma, grazie una formula sviluppata da uno zio morto, nel sofisticato e seducente Teddy Hyde (evidente presa in giro del movimento giovanile dei Teddy Boys in voga nell’Inghilterra degli anni ’50).
Altra grande variazione sul tema apportata da una produzione Hammer è la prima trasformazione al ‘femminile’ di Hyde con tutte le implicazioni erotiche che ne seguiranno. Stiamo parlando di Barbara, il mostro di Londra (Dr.Jekyll and Sister Hyde, 1971) di Roy Ward Baker dove assistiamo al Dottor Jekyll, alla ricerca di una tossina che spazzerà via tutte le malattie comuni, scoprire una formula che lo trasforma in una bella ma malvagia giovane donna che non esita ad uccidere altre giovani donne per procurarsi gli ormoni femminili necessari. La mutazione che provoca un cambio di sesso è indubbiamente uno spunto interessante e per l’epoca rivoluzionario, ma come nella precedente versione di Fisher con un Mr.Hyde attraente e seduttivo, non viene sfruttato pienamente. Pur non mancando una certa suspense, gli sviluppi della vicenda sono prevedibili, ambientata nella solita Londra vittoriana tra omicidi, prostitute e vicoli nebbiosi. Pregevole comunque la prova dei due interpreti Ralph Bates (Jekyll) e Martine Beswick (Miss Hyde) ben affiatati e dai tratti somatici somiglianti. La storia è stata ‘arricchita’ con elementi presi dalle note vicende di Jack lo Squartatore e dei ladri di cadaveri Burke e Hare.
Sempre nel 1971 la casa di produzione Amicus, all’epoca la maggiore rivale della Hammer nel campo del cinema horror britannico, realizza la sua versione sul Dr. Jekyll: La vera storia del dottor Jekyll (I, Monster) del debuttante regista Stephen Weeks con Christopher Lee nella parte del dottore e del suo alter ego malvagio, e Peter Cushing nel ruolo di Utterson, figura centrale nel romanzo di Stevenson. Con il nome di Edward Blake nella versione originale (ma rinominato in Hyde nella versione italiana), Lee impersona con la consueta bravura un mostro canonicamente malvagio ma con in più un’aurea di disperazione da tossico emarginato, assente nelle precedenti interpretazioni del personaggio.
Con i film sopra illustrati si chiude l’epoca delle versioni di Jekyll/Hyde in qualche modo aderenti allo spirito originario dell’opera, innovative ma allo stesso tempo ‘serie’ e rispettose del modello letterario. Con l’eccezione delle produzioni televisive, al cinema la storia del dr.Jekyll, già piuttosto sfruttata, prenderà altre vie ritenute di maggiore attrattiva per il pubblico ma molto svincolate dal modello originale.
Jekyll & Hyde tra exploitation e parodia
Soprattutto nel corso degli anni ’70 la classica storia di Stevenson si prestò a essere rivisitata sempre più spesso in chiave parodistica o sexy con l’aggiunta di attributi exploitation in voga all’epoca.
Ma già dagli anni ’60 veniva realizzata in Italia la commedia Il mio amico Jekyll (1960) di Marino Girolami, libera variante sul tema, che vede un mite professore che si trasforma in un libidinoso seduttore di studentesse. L’umorismo di grana grossa era garantito dalla popolare coppia di comici televisivi Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. Solo vagamente attinente al tema (se non nel titolo italiano) è la coproduzione Austria-Spagna Le amanti del dr.Jekyll (El Secreto del Dr.Orloff, 1964) di Jesus Franco, regista noto per le sue opere deliranti e percorse da tensioni erotiche rese più o meno esplicitamente a seconda della censura del momento. Qui Franco mette in scena una torbida storia con uno scienziato pazzo che uccide suo fratello, amante della moglie e lo trasforma in una specie di zombi telecomandato a cui fa strangolare una serie di giovani donne, soprattutto cantanti di discoteca e spogliarelliste. Una delle interpreti è Agnes Spaak, sorella della più nota Catherine.
Un’altra libera variazione sul tema è il messicano Pacto diabolico (1968) di Jaime Salvador dove il veterano John Carradine interpreta il solito mad doctor che sviluppa un siero ricavato da corpi di donne e si trasforma in un giovane assassino, dopo averlo bevuto. Il simil-Hyde in questione, dal classico aspetto scimmiesco e con tanto di tuba e mantello, si diletta a uccidere procaci ragazze poco vestite.
Il cinema horror spagnolo non esita a ibridare Jekyll/Hyde con la figura del licantropo in Dr.Jekyll y el hombre lobo (1971) di Leon Klimovsky, interpretato da Paul Naschy (ovvero Jacinto Molina il Lon Chaney iberico) che si trasforma in un uomo lupo + Mr. Hyde. Assolutamente folle il soggetto che vede un uomo affetto da licantropia che per cercare di curarsi, si sottopone a esperimenti che invece di guarirlo lo trasformano nel malefico Hyde.
Il film di Roy Ward Baker, Barbara il mostro di Londra ovviamente si prestò da subito a una serie di rifacimenti in chiave sexy che da softcore divennero via via sempre più hard. Il primo in questo senso è stato The Adult Version of Jekyll and Hide (1971) di Lee Raymond e B. Ron Eliot, condito generosamente con nudità assortite e scene sadomaso. Qui troviamo un dottore maniaco sessuale che ruba gli appunti di Jekyll e si trasforma in una ninfomane omicida dai grossi seni.
Sulla stessa onda, ma ancor più demenziale, è L’uomo con 2 teste (The Man with Two Heads, 1972) di Andy Milligan, famigerato regista di filmacci gore, di infima qualità, realizzati con mezzi irrisori e tecnica dilettantesca. In questa folle pellicola il nome Hyde viene cambiato inspiegabilmente con un banale Danny e l’unico segno della trasformazione di Jekyll sono le sopracciglia divenute più folte. Non mancano improbabili aggiunte di elementi presi da Jack lo Squartatore (con l’immancabile uccisione di prostitute).
Andiamo un po’ meglio con la pellicola messicana El hombre y la bestia (1972) di Julián Soler, convenzionale remake dell’omonimo film argentino di Mario Soffici del 1950. Qui siamo più vicini al modello stevensoniano con un Mr. Hyde (rinominato in Ray) con tuba e mantello che maltratta una bambina nella scena iniziale (come nel racconto). Interprete principale l’attore di telenovelas Enrique Lizalde.
Negli USA viene addirittura scomodata la star Kirk Douglas per interpretare Jekyll e il suo doppio nel musical televisivo Dr Jekyll and Mr Hyde (1973) di David Winters, remake farsesco del film del 1931. Da qualche critico è stata definita probabilmente la peggiore performance della carriera di Kirk Douglas.
Più divertente allora Dr Black, Mr Hyde (1975) di William Crain, singolare rilettura del romanzo di Stevenson in chiave blaxploitation (da black: nero ed exploitation: sfruttamento), popolare genere di film nato negli Stati Uniti nei primi anni ’70 con protagonisti di colore. In questo caso assistiamo a uno scienziato nero (Bernie Casey) che sperimenta un siero per rigenerare le cellule morenti del fegato e si trasforma in un uomo bianco (più somigliante in verità a un nero affetto da albinismo) con istinti omicidi, dotato di forza sovrumana. Naturalmente l’energumeno ne combinerà di tutti i colori in questa pellicola ricca di azione, violenza e nudi femminili.
Dall’Italia arriva un’altra mediocre farsa dal titolo Dottor Jekyll e gentile signora (1979) di Steno, parodia poco incisiva nonostante la presenza del sempre divertente Paolo Villaggio nella parte di un Mr.Hyde bonario e di buon cuore che ha inavvertitamente bevuto il ‘siero del Bene’.
Si prosegue sulla strada del trash di infima qualità con Dr. Jekyll’s Dungeon of Death (1982) di James Wood, insulsa produzione indipendente che miscela il genere dei kung fu movies con il filone dei mad doctors.
Un’altra rilettura farsesca del testo di Stevenson è Dr.Heckyl and Mr.Hype (1980) dove, sulla falsariga della pellicola di Fisher, un uomo brutto e complessato si trasforma in un uomo attraente dalle tendenze omicide. Inedito in Italia, il film ha come interprete Oliver Reed e in cabina di regia Charles B. Griffith di scuola cormaniana.
Non poteva mancare una rilettura erotica d’autore dell’opera stevensoniana con Nel profondo del delirio (Docteur Jekyll et les femmes, 1981) film francese del controverso e scandaloso regista polacco Walerian Borowczyk. Qui Jekyll e Hyde sono interpretati da due attori diversi, rispettivamente Udo Kier e Gerald Zalcberg. Il Mr.Hyde di Borowczyk è un feroce maniaco sessuale dotato di un grosso fallo che utilizza ovviamente per violentare le sue vittime. Film estremo (più concettualmente che visivamente) e dissacrante ma di elegante fattura, Nel profondo del delirio si segnala anche per la presenza di noti caratteristi dell’horror come Howard Vernon, attore prediletto dal prolifico e visionario regista Jesus Franco. Insolita la modalità di trasformazione di Jekyll in Hyde: Jekyll si immerge in una vasca contenente una soluzione chimica da lui realizzata per ‘rinascere’ come il crudele e ripugnante Hyde (questa volta senza le usuali sopracciglia folte). Alla fine anche Fanny la fidanzata di Jekyll (Marina Pierro), dopo essersi immersa nella vasca, si abbandona senza freni alla crudeltà.
Anche nel semisconosciuto film russo Strannaya istoriya doktora Dzhekila i mistera Haida (1985) Jekyll e Hyde vengono interpretati da due differenti attori: l’anziano Dr.Dzhekila (Innokenti Smoktunovsky) nel tentativo di tracciare una linea di demarcazione tra Bene e Male che convivono in ogni individuo, si sottopone a uno scellerato esperimento che lo trasforma nel crudele Haida (Alexander Feklistov), giovane votato a ogni efferatezza. Il regista Alexander Orlov, fedele agli austeri dettami della scuola cinematografica sovietica, rinuncia a ogni facile rappresentazione orrifica non facendo ricorso a make-up o trucchi particolari.
Dr. Jekyll e Mr.Hyde sull’orlo della follia (Edge of Sanity, 1989) di Gérard Kikoine, fonde la storia di Stevenson con quella di Jack lo Squartatore, in verità con risultati non eccelsi. Questa volta è Anthony Perkins che impersona il famigerato scienziato che assume un allucinogeno per potersi scatenare anche sessualmente. Perkins (ormai rimasto prigioniero nel ruolo di Psycho) si impegna parecchio e ci offre il consueto campionario di violenza, sadismo e droghe in un film maldestro, diretto da uno specialista del porno (ma non dell’horror).
Un’insipida commedia è Dr. Jekyll e Miss Hyde (Dr Jekyll and Ms Hyde, 1995) di David Price, un’altra rilettura in chiave ‘leggera’ di Barbara, il mostro di Londra. Uno scienziato sperimenta su di sé una pozione lasciata in eredità dal bisnonno (che era il vero dr.Jekyll) e si trasforma in un’avvenente donna che cercherà di rubargli il posto di lavoro. Oltre a un omaggio dove viene mostrata una scena del film di Barrymore, l’unico elemento di (relativo) interesse è la presenza di Sean Young, l’indimenticabile femme fatale replicante di Blade Runner, nella parte di Miss Hyde.
Più ambizioso è Mary Reilly (1996) di Stephen Frears, tentativo non del tutto riuscito di riportare sul grande schermo la celebre storia con più originalità. Tratto da un romanzo di Valerie Martin (La governante del dottor Jekyll, 1990), il film racconta la storia dal punto di vista della cameriera di Jekyll, Mary. Ma il potenziale interesse suscitato dal nuovo punto di vista narrativo viene subito smorzato dalle interpretazioni inadeguate degli attori, dal ritmo soporifero e dalle atmosfere esageratamente cupe e melodrammatiche. John Malkovich, di solito bravo nei ruoli di individuo degenerato e malefico, ci mostra un Mr.Hyde insolitamente moscio e incolore, che alla fine si lascia quasi irretire e ammansire dal non irresistibile fascino della sua domestica impersonata da una irritante e problematica Julia Roberts. Più psicodramma che horror.
Divertenti ma poco significativi, Il professore matto (The nutty professor, 1996) remake del film di Jerry Lewis del 1963 con Eddie Murphy in versione obesa e lo stravagante La profezia della tigre (Dr Jekyll and Mr Hyde, 1999) con Adam Baldwin che veste i panni di un Mr.Hyde erculeo che pratica il kung fu contro il crimine come un supereroe da fumetto. Un altro Hyde forzuto e anche gigantesco (molto simile all’Incredibile Hulk) appare nel film La leggenda degli uomini straordinari (The League of Extraordinary Gentlemen, 2003) tratto dall’omonimo comic book di Alan Moore.
Jekyll & Hyde nel 21° Secolo tra cinema e tv
Bisogna aspettare il 21° secolo per un nuovo adattamento cinematografico di un qualche spessore del romanzo breve di Stevenson. Lo troviamo nel film Dr.Jekyll and Mr. Hyde (2002) dell’attore e regista Mark Redfield, basato su una versione teatrale messa in scena al New Century Theater (Baltimora) dallo stesso Redfield nel 1991. Questa pellicola low-budget torna alle origini con una messinscena rispettosa e accurata nelle ricostruzioni d’ambiente e nelle prove degli attori. Come nel racconto letterario viene ripristinato l’elemento di mistero che di solito manca nelle versioni cinematografiche.
Una versione aggiornata alle moderne suggestioni fantascientifiche è Jekyll (2004) di Scott Zakarin con Matt Keeslar nella parte del Dr.Jekyll che crea un alter-ego generato al computer, il signor Hyde, un essere dagli istinti incontrollabili. Nonostante la singolare nascita via software di Hyde, poi la storia torna sui binari classici del violento doppio che vuole prendere il sopravvento sul suo creatore.
Un’altra trasposizione portata ai nostri giorni The Strange Case Of Dr. Jekyll And Mr. Hyde (2006) di John Carl Buechler con Tony Todd nei panni di un Dr.Jekyll nero che sperimenta su sé stesso un siero che aveva usato per curare un gorilla da una grave patologia cardiaca. Naturalmente si trasformerà in un essere primordiale pronto a mietere vittime soprattutto di sesso femminile.
Meglio sorvolare su Jekyll + Hyde (USA – 2006) di Nick Stillwell versione giovanilistica del classico di Stevenson dove la droga responsabile della nefasta mutazione è ricavata dall’ecstasy. Come si può intuire alla fine Hyde è un bullo da discoteca.
Ma è nell’ambito delle produzioni televisive che Jekyll & Hyde hanno trovato talvolta un ambiente produttivo e creativo più congeniale alla classica storia di Stevenson. Bisogna tornare agli anni ’60 per trovare già delle interessanti trasposizioni sull’argomento.
Una versione molto libera ma avvincente la troviamo nella serie antologica Thriller (ep.24 – stag.1) intitolato The Ordeal of Dr. Cordell (1961) con Robert Vaughan nella parte di uno scienziato che dopo essere stato esposto ad un gas sconosciuto, è preda di impulsi omicidi ogni volta che gli capita di sentire un campanello.
Una degli adattamenti più fedeli e riusciti lo troviamo nel film televisivo Robert Louis Stevenson’s “The Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde” prodotto dallo specialista in produzioni tv horror Dan Curtis e andato in onda diviso in 2 parti nel 1968. Il valore aggiunto dell’opera è la presenza di Jack Palance nel ruolo di Jekyll/Hyde, uno dei volti di ‘cattivo’ più celebri dello schermo. Ovviamente come Mr.Hyde offre una performance sorprendentemente efficace sulla scia di quelle di Frederich March e Christopher Lee. Ma anche nei panni di Jekyll ci fornisce un ritratto convincente di uno studioso gentile e discreto che spera di separare la natura animale dell’uomo da quella civilizzata.
Un valido contributo televisivo viene anche dalla nostra RAI-TV che nel 1969 realizza Il dottor Jekyll di e con Giorgio Albertazzi, grande attore di teatro. La miniserie in 4 puntate ambienta la vicenda ai nostri giorni in un’università contemporanea dove il biologo molecolare dr.Jekyll conduce esperimenti sul cervello umano e sposta sempre più avanti i limiti etici della sua conoscenza. Il critico Tullio Kezich ha definito questa produzione come “memorabile”.
Anche la britannica BBC rispolvera la nota vicenda con la miniserie Dr. Jekyll and Mr. Hyde di Alastair Reid andata in onda nel 1981 e trasmessa negli Stati Uniti nella serie Mistery!. Jekyll, frequentatore di bordelli, non è così immacolato e Hyde è più giovane e non fisicamente ripugnante (come ne Il Mostro di Londra); infatti seduce la fidanzata di Jekyll che è anche attratta da lui. Interprete è David Hemmings (quello di Profondo Rosso) che offre una discreta prova riscattando in parte questa trasposizione un po’ noiosa e grigia.
Più vivace e interessante risulta il film televisivo inglese Jekyll & Hyde (1990) di David Wickes con un ottimo Michael Caine nel doppio ruolo. Ben ambientato nell’epoca vittoriana, dipinta efficacemente con tutto il suo sistema di tabù sociali e morali, il film cerca di variare la classica storia introducendo complicazioni perlopiù sentimentali nella vicenda di Jekyll che qui è un vedovo che si innamora di Sarah, la sorella della moglie defunta (che non può legalmente sposare) e anche figlia del suo rivale, Lanyon; ma più efficaci si rivelano, a livello orrifico, l’aspetto e le caratteristiche di Hyde, che qui appare come uno dei più abominevoli e alieni di sempre. Simile a una sorta di ghoul semicalvo, questo Hyde è un feroce energumeno sovrumano che parla in una sola scena, come a voler sottolineare la sua totale estraneità al genere umano. La scena della trasformazione è una delle più valide, sotto l’aspetto degli effetti speciali, degli ultimi anni.
Tornando al 21° secolo, proseguono le produzioni televisive, in verità non troppo memorabili. Piuttosto banale e non troppo coinvolgente si rivela il Dr. Jekyll and Mr. Hyde (2002) di Maurice Phillips con protagonista John Hannah che non ha il physique du rôle per un convincente Mr.Hyde, tanto più che nel film la trasformazione è solo mentale, non fisica. In compenso abbondano discorsi filosofici e viene posta l’enfasi sugli aspetti storico-sociali.
Leggermente più interessante Dr. Jekyll and Mr. Hyde – Colpevole o innocente? (2008) di Paolo Barzman, produzione televisiva canadese che cerca di rivitalizzare la materia trattandola come un legal-thriller contemporaneo ma la noia prevale sulla suspense. Passabile l’interpretazione di Dougray Scott. Nel 2011 abbiamo addirittura un adattamento tv dello Sri Lanka Pinsara Dostara di Sunil Costa con Tony Ranasinghe. Versione di ambientazione moderna.
Probabilmente l’adattamento televisivo più riuscito degli ultimi 15 anni è costituito dalla miniserie inglese della BBC One in sei parti Jekyll (2007) di Douglas Mackinnon e Matt Lipsey. La serie è considerata dai suoi creatori più come un seguito che come un adattamento dell’opera di Stevenson. Ai nostri giorni Tom Jackman (James Nesbitt) è un discendente del Dr.Jekyll che non riesce a fermare le trasformazioni spontanee (senza pozione) in un Mr.Hyde, dotato di facoltà sovrumane da superuomo. Non ci sono drammatiche scene di trasformazione ma rispetto a Jackman che sta invecchiando, Hyde è energico e violento, ma anche provvisto di un fascino oscuro. La trama della serie dai risvolti fantascientifici vede Jackman mentre lotta per proteggere il mondo e la sua famiglia da Hyde pur essendo braccato da una misteriosa agenzia governativa che è interessata alle sue facoltà. La critica ha elogiato la sceneggiatura di Steven Moffat e l’interpretazione di James Nesbitt.
Si chiude qui la nostra panoramica in quattro parti sulle opere cinematografiche e televisive dedicate al primo grande protagonista del cinema horror e fantastico. Sicuramente anche in futuro sceneggiatori e registi saranno attratti dalla tematica universale del Bene e il Male presenti in ognuno di noi.