Tre ragazzi di Roma, dopo aver rimorchiato due ragazze straniere, le portano in auto ad un rave party che dovrebbe tenersi in un’isolata zona di campagna. Ma del rave non c’è traccia e nel bosco circostante sembrano aggirarsi delle misteriose presenze. Ben presto le ragazze si accorgeranno di essere cadute in trappola…
Morituris, opera prima del regista romano Raffaele Picchio, è uno di quei film così deliranti e sgangherati che ci si domanda inevitabilmente se sia stato volutamente concepito e realizzato in un certo modo oppure sia stato partorito sotto l’effetto di sostanze allucinogene. Una risposta parziale è arrivata dallo sceneggiatore Gianluigi Perrone che alla presentazione del film allo Science Plus Fiction 2011 ha dichiarato (pare che fosse in evidente stato di ebbrezza): “Questo è un film che noi abbiamo fatto per noi!”. Diciamo subito che si tratta di un film estremamente duro, solo per stomaci forti, dove una trama esile e demenziale è il pretesto per mettere in scena tutta una serie di efferate crudeltà quali stupri, pestaggi, crocifissioni, decapitazioni, sbudellamenti ed altre amenità del genere. Naturalmente per i fan del cinema estremo si tratta di un coraggioso tentativo di tornare ai fasti del cinema exploitation che in Italia ha avuto una gloriosa tradizione negli anni ’70 e ’80. Ma scandalizzare e stupire oggi è più difficile che 20 o 30 anni fa. Invece è rimasta scioccata l’anacronistica censura italiana che ha proibito totalmente la circolazione della pellicola all’interno del nostro paese con la seguente motivazione: “La Commissione di revisione cinematografica, visionato il film, esprime, all’unanimità, parere contrario al rilascio di nulla osta per la proiezione in pubblico per motivi di offesa al buon costume, intendendo gli atti di violenza e di perversione sulle donne, motivati dal gusto della sopraffazione e dall’ ebbrezza della propria forza rafforzata dal consumo di alcool e droga. Inoltre i “giustizieri” si accaniscono sia sui ragazzi, rei di violenza e sadismo, sia sulle ragazze vittime dei loro carnefici. Infine, negli atti di perversa violenza viene impiegato un topolino come un oggetto sessuale. Pertanto la Commissione ritiene la pellicola un saggio di perversità e sadismo gratuiti.” In parole povere si critica Morituris di essere un classico film ‘exploitation‘, brutale, amorale e senza una netta distinzione tra buoni e cattivi, tra chi deve essere punito e chi no.
In verità Raffaele Picchio sembra voler strizzare l’occhio ai vari sottogeneri dell’horror exploitation rimanendo (volutamente?) indeciso tra rape & revenge (ovvero stupro e conseguente vendetta), slasher soprannaturale e zombi movie in salsa peplum. A livello di intreccio (con ricadute sulla suspense) alcuni spunti potenzialmente interessanti ed originali non sono stati adeguatamente sviluppati, come la vicenda degli zombi gladiatori o la figura del filosofo del sadismo, amico guru dei tre stupratori, interpretato dall’ex pornostar Francesco Malcom. L’oscuro antefatto storico che dovrebbe spiegare la presenza dei gladiatori zombi nella Roma odierna è affidato ai titoli di testa (realizzati con tavole illustrate, in verità ben fatte) e alla presenza di improbabili iscrizioni in latino disseminate nel bosco poco illuminato che compaiono durante il film. C’è anche un prologo, apparentemente insensato, in stile ‘found footage’ (con annesso massacro di famigliola in formato super 8), girato da un gladiatore risorto (!) in veste di assurdo regista. Ma domina su tutto il film l’ormai famigerata scena dello stupro, lunga ed sgradevole in perfetto stile ‘massacro del Circeo’. Fanno da cornice dialoghi volgari e sboccati alla Tarantino ma piuttosto forzati e goffi, così come sono goffi e catatonici gli zombi che comunque si dimostreranno implacabili con tutti compresi ovviamente i protagonisti maschili a cui va dato merito di risultare veramente odiosi. Un plauso va alle protagoniste femminili per il coraggio dimostrato per girare un film di questo tipo. Buona la colonna sonora e la fotografia ‘sporca’ anni ’70. Efficaci gli effetti splatter di Sergio Stivaletti.
All’estero Morituris è stato diffuso nel mercato dell’ home video da varie case di distribuzione. In sintesi ci troviamo di fronte ad un film paradossalmente così assurdo ed insensato da essere quasi interessante, in piacevole contrasto con il fallimentare panorama cinematografico italiano così omologato, noioso e ‘politically correct’. In terra straniera Morituris è stato pubblicizzato nei poster con questa frase: “True Old School Italian Exploitation“.
Regia: Raffaele Picchio
Anno: 2011
Sceneggiatura: Gianluigi Perrone
Effetti speciali: Sergio Stivaletti
Nazione: Italia
Durata: 82 min
Produttore: Fingerchop movie production srl
Interpreti: Valentina D’Andrea, Desiree Giorgetti, Giuseppe Nitti, Simone Ripanti, Andrea de Bruyn, Francesco Malcom Trulli
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