Il dottor Gogol, geniale e illustre chirurgo, è follemente innamorato dell’attrice Yvonne che si esibisce quotidianamente in uno spettacolo teatrale in stile Grand Guignol. Ma Yvonne, felicemente sposata con il grande pianista Stephen Orlac, non può ricambiare il sentimento dell’ossessivo dottor Gogol che trova inquietante e sgradevole. Quando l’attrice annuncia l’intenzione di abbandonare il teatro per recarsi in Inghilterra con il marito, Gogol sembra sprofondare nella disperazione. Ma il destino sembra avere altri piani, infatti durante il viaggio Orlac perde le mani a causa di un grave incidente ferroviario. In preda alla disperazione Yvonne non può che rivolgersi al grande chirurgo Gogol per cercare di far recuperare l’uso delle mani al marito pianista. Ma Gogol, sempre ossessivamente innamorato di Yvonne, ha la malaugurata idea di trapiantare su Orlac le mani di un assassino da poco giustiziato…
Amore folle (Mad Love, 1935) è un classico dell’horror da riscoprire che può essere tranquillamente affiancato agli altri grandi classici degli anni ’30 come Dracula, Frankenstein, La mummia, Freaks… Nel 1935 la Metro Goldwyn Mayer, che stava ancora cercando di cavalcare il successo di quel periodo dei film horror (soprattutto quelli targati Universal) decise di utilizzare il teatro Grand Guignol con le sue storie sanguinarie di orrore, rappresentate con dettagli realistici e macabri, per ambientare in parte la vicenda di Amore folle, un cupo ‘medical-drama’ sulle conseguenze di un trapianto di mani in un’ epoca in cui la sola idea dei trapianti era scioccante e inconcepibile, in contrasto con le leggi di Dio e della natura. Nel cinema fantastico-horror delle origini, i trapianti di organi sono sempre stati effettuati dallo scienziato pazzo di turno nel suo laboratorio segreto che con la sua megalomania si vuole porre al di sopra della morale comune e dell’ordine costituito. In Amore folle le abili e sensibili mani di un pianista vengono ‘sostituite’ con le mani di un assassino lanciatore di coltelli, per opera di un brillante e stimato chirurgo, pazzo d’amore per una donna che non può avere. E la donna in questione è un’attrice che lavora nel teatro Grand Guignol, forma di spettacolo che a Parigi solleticava i bassi istinti degli spettatori con i suoi sanguinari melodrammi. Sono queste le tematiche, tipiche del Grand Guignol che la MGM ha usato nel film, anche per differenziarsi dalla concorrenza rappresentando storie in qualche modo più realistiche e crude (vedi ad esempio Freaks rispetto ai classici mostri tipo Dracula o Frankenstein) e dotate di (velati) elementi ‘exploitation‘ per stimolare la morbosità del pubblico.
Tratta dal romanzo Le Mani di Orlac di Maurice Renard, la vicenda di Amore folle era già stata in precedenza portata sullo schermo nel film muto tedesco del 1924 Le Mani Dell’Altro (Orlacs Hande) interpretato da Conrad Veidt e diretto da Robert Wiene, rispettivamente interprete e regista de Il Gabinetto del Dr. Caligari. Ma anche Amore folle può vantare ascendenze germaniche a cominciare dal regista tedesco Karl Freund, emigrato in America dopo essere già stato il famoso direttore della fotografia del classico Metropolis di Fritz Lang. Freund, come nel suo film precedente La mummia (The Mummy, 1932), esporta in America le atmosfere e la tecnica (fotografica) proprie dell’espressionismo tedesco che tanto aveva dato al cinema fantastico europeo.
Inoltre l’indimenticabile interprete Peter Lorre (nella parte del Dr.Gogol), di origine ungherese, era stato in gioventù un ambizioso attore al Teatro del Popolo di Berlino, scelto spesso per le parti di persona deviata o maniaco sessuale per via del suo fisico pingue e del suo volto flaccido. Lorre sfruttò le sue caratteristiche fisiche – gli occhi liquidi e sporgenti, la voce stranamente acuta, le labbra effeminate, una faccia tonda e infantile – per specializzarsi in ruoli di psicopatico che portò con successo al cinema, prima in Germania con M – Il mostro di Düsseldorf (1931) e poi nel suo primo film americano Amore folle. Il maniacale Gogol rimane una figura memorabile del cinema horror che risulta molto più inquietante e attuale del Dracula di Bela Lugosi, ad esempio. Lo stimato chirurgo che cura bambini deformi e soldati mutilati, perde la testa per la bella attrice Yvonne (Frances Drake) che gli appare irresistibile quando si fa torturare sul palco durante gli spettacoli. Lorre risulta perfetto nel ruolo del viscido stalker, patetico e spaventoso al tempo stesso, irrimediabilmente perso nel suo delirio di passione. All’inizio si accontenta di acquistare una statua di cera della sua amata, poi, dopo l’incidente occorso al pianista Orlac, non esita a ordire un folle e turpe piano per far separare la coppia di sposi, fatto di trapianti sconsiderati e bizzarri travestimenti.
La scena più famosa e riuscita del film è quella dove Gogol, per cercare di far impazzire Orlac, si traveste da Rollo, l’assassino lanciatore di coltelli ghigliottinato le cui mani sono state innestate sull’ignaro pianista. Vestito di nero con cappello e occhiali scuri, un collare ortopedico per simulare una testa riattaccata con un folle trapianto alla Frankenstein e due mani artificiali metalliche, Lorre ha creato una figura iconica indimenticabile a cui tanto moderno cinema weird è debitore.
Da ricordare anche l’interpretazione di Colin Clive (1900-1937) – il dr. Frankenstein nel film di James Whale – che efficacemente impersona il pianista Stephen Orlac che scivola inesorabilmente nella pazzia quando si rende conto di non avere il controllo delle sue nuove mani trapiantate, mani che hanno più dimestichezza con i coltelli che con la musica. Nel film si dà per scontato che le mani dell’assassino Rollo siano dotate di una propria volontà malefica ma gli aspetti soprannaturali o fantascientifici passano in secondo piano di fronte alla rappresentazione della follia di Gogol e alle atmosfere macabre e morbose che rendono Amore folle un’interessante pellicola ‘proto-noir’ da recuperare e vedere. Oltre a trattarsi essenzialmente di una storia di un’ossessione, il film porta in scena una variante più inquietante del trapianto di cervello di Frankenstein, dove la forza della suggestione e della pazzia rendono labili i confini tra realtà e fantasia.
Info & curiosità
Per Karl Freund (1890–1969) Amore folle rappresentò la sua ultima regia. Poi tornò a dedicarsi alla sua prestigiosa carriera di direttore della fotografia. Vinse l’Oscar alla migliore fotografia nel 1938 per il film drammatico La buona terra.
Peter Lorre (vero nome László Löwenstein) nacque nell’ex impero Austro-Ungarico nel 1904. Viene ricordato per film (alcuni celeberrimi) di genere thriller-noir-horror come M – Il mostro di Dusseldorf, L’uomo che sapeva troppo, Lo sconosciuto del terzo piano, Il mistero del falco, Casablanca, I racconti del terrore, I maghi del terrore e Il clan del terrore.
Partecipò anche a serie TV come Alfred Hitchcock presenta. Morì prematuramente nel 1964 all’età di 59 anni.
Lo scrittore francese Maurice Renard (1875-1939), dal cui romanzo Le Mani di Orlac (1920) è stato tratto Amore folle, viene considerato da sempre in patria come un maestro della letteratura fantastica, precursore di generi moderni come la fantascienza. Le Mani di Orlac costituisce la sua opera più celebre anche perché è stata portata sugli schermi per ben sei volte fino a oggi:
Le Mani Dell’Altro (Orlacs Hande, 1924) di Robert Wiene con Conrad Veidt
Amore folle (Mad Love, 1935)
Le Mani Dell’Altro (The Hands of Orlac, 1960) di Edmond T. Gréville con Mel Ferrer, Christopher Lee
Le mani dell’assassino (Hands of a stranger, 1962) di Newt Arnold
Des voix dans la nuit – Les mains d’Orlac (film TV, 1991) di Peter Kassovitz
Les mains de Roxana (film TV, 2012) di Philippe Setbon
Titolo originale: Mad Love
Regia: Karl Freund
Anno: 1935
Produzione: USA – MGM – durata: 68 min.
Sceneggiatura: Guy Endore
Fotografia: Gregg Toland
Musica: Dimitri Tiomkin
Interpreti: Peter Lorre, Colin Clive, Frances Drake, Edward Brophy
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