Nell’Inghilterra vittoriana, Sir Hugo Cunningham è uno scienziato e filantropo che studia i fenomeni psichici con l’ausilio di particolari tecniche fotografiche. Nel corso dei suoi esperimenti fa una sorprendente scoperta: nelle foto delle persone morenti nota una strana macchia sfocata vicina al moribondo. Egli, contro il parere dei colleghi che pensano possa trattarsi dell’anima che abbandona il corpo, ritiene che possa essere l’Asphyx, lo spirito della morte di cui parla anche la mitologia greca. Ossessionato dall’inquietante scoperta, Sir Cunningham, con l’aiuto del figlio adottivo, progetta di catturare l’Asphyx mirando a sconfiggere la morte e ad ottenere l’immortalità per sé e per i suoi cari. Ma l’ambizioso programma esigerà un pesante e tragico tributo…
Asphyx è un film che si basa su un’idea forte ed originale e la sviluppa coerentemente fino alle estreme conseguenze. Come il collega dr. Jekyll che vuole controllare la parte istintiva e malvagia dell’uomo, Sir Hugo Cunningham pensa addirittura di poter sconfiggere la morte con metodi scientifici e strumenti tecnici in grado di intrappolare l’orribile e urlante spiritello che ogni essere vivente ha in ‘dotazione’ quando si sta per avvicinare l’ora fatale. Il film, diretto con stile sobrio ed andamento inizialmente tranquillo, è attraversato da una vena di malinconia che diventa opprimente angoscia man mano che ci inoltra nei tentativi di catturare il metafisico Asphyx con metodi fisici e quindi talvolta fallaci. Le scene in cui a turno i protagonisti si devono avvicinare il più possibile al punto di morte per attirare l’Asphyx sono drammatiche e piene di tensione.
Passato abbastanza inosservato all’uscita, il film ha poi acquisito una certa reputazione fino a diventare uno dei film britannici di genere fantastico più interessanti dell’epoca. Peter Newbrook (qui alla sua prima e unica regia ma già esperto cameraman e direttore della fotografia) fornisce una prova convincente, presentandoci una vicenda inusuale con genuini momenti di paura, dialoghi intelligenti e macabre atmosfere alla Edgar Allan Poe. L’illuminazione e la fotografia di Freddie Young sono adeguati alla storia che vede paradossalmente proprio in questi due ‘mezzi’ tecnici il modo per scoprire e catturare l’Asphyx. Infatti il ‘mortale’ spirito viene ripreso con un apparecchio fotografico e intrappolato con un fascio di luce emanato da un particolare riflettore. Ricordiamo che nel 1959 uscì un film dalla trama vagamente simile: Il mostro di sangue (The Tingler) con Vincent Price nella parte di un medico che scopre come la paura estrema (come la paura della morte) nell’essere umano possa sprigionare un’entità (in forma di sgradevole parassita) che può essere catturata.
Nel 2009 era stato annunciato un remake di Asphyx ma il progetto è stato accantonato a tempo indeterminato per mancanza di finanziamenti.
Titolo: Asphyx (The Asphyx)
Regia: Peter Newbrook
Anno: 1973
Produzione: Gran Bretagna – John Brittany, Maxine Julius – Colore, durata: 99 min.
Sceneggiatura: Christina Beers, Laurence Beers, Brian Comport
Fotografia: Freddie Young
Scenografia: John Stoll, Arthur Taksen
Effetti speciali: Ted Samuels
Musica: Bill McGuffie
Interpreti: Robert Powell, Robert Stephens, Jane Lapotaire, Alex Scott, Ralph Arliss
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