Cittadino dello spazio, titolo originale This Island Earth, film di fantascienza del 1955 tratto dall’omonimo romanzo di Raymond F. Jones, abitualmente accreditato a Joseph Newman, ma secondo alcuni diretto in realtà da Jack Arnold (1916-1992), è il primo film di science fiction prodotto a colori dalla Universal e viene oggi considerato un classico assoluto del cinema cosiddetto sci-fi anni ’50 insieme a suoi illustri colleghi dell’epoca quali Ultimatum alla Terra, Il pianeta proibito, L’invasione degli Ultracorpi, La cosa da un altro mondo, etc… Pur essendo una delle prime produzioni di successo del cinema di fantascienza realizzate con un budget considerevole per i tempi, a mio parere è però da considerarsi in qualche modo inferiore ai classici sopracitati a causa della prolissità della prima parte del film, alquanto invecchiata con il passare dei decenni. Il film è infatti nettamente diviso in due tronconi separati: se nella prima parte assistiamo al “reclutamento” da parte del misterioso professor Exeter di alcuni brillanti scienziati terrestri in una sorta di accademia per menti dotate (che personalmente mi ha ricordato molto la “scuola per giovani dotati” del prof. Xavier della saga fumettistica degli X-Men qui anticipata di quasi un decennio) per farli lavorare a quello che viene presentato come un progetto pacifista, nella seconda parte la pellicola si trasforma in vero e proprio sci-fi movie che sfrutta molti miti degli anni ’50 con tanto di dischi volanti, fondali dipinti, alieni, ambientazioni improbabili e mostri (il celebre Mutante di Metaluna, creato dal mago del trucco Bud Westmore, che resterà indelebilmente impresso nell’immaginario collettivo diventando, forse, la cosa più memorabile del film).
In questa seconda parte la vicenda viene trasfigurata in chiave onirica e delirante, con effetti speciali ingenui e platealmente “falsi” ma di sicuro effetto per il pubblico dell’epoca. Proprio in questa “irrealtà” è possibile riscontrare elementi d’interesse e di fascino anche per una visione dell’opera da parte di uno spettatore odierno. Come ad esempio, l’astronave dei Metaluniani guidata telepaticamente da un navigatore-pilota unico che sembra essere in simbiosi con la nave stessa, gli accenni alle manipolazioni genetiche generatrici dei mutanti sopracitati, gli allucinanti colori che rendono Cittadino dello spazio un film essenzialmente visivo, immaginifico, lontano da qualsiasi pretesa di realismo scientifico. Tutti questi elementi, insieme ad un abbozzo di tematiche ecologiste, e all’invenzione dell’Interocitor (uno strano congegno simile ad un televisore ma anche arma dal quale scaturisce un raggio in grado di perforare i metalli, indicato persino in grado di costruire strade da uno dei personaggi, e che nel suo manuale d’istruzioni a fogli metallici donato da Exeter allo scienziato terrestre viene descritto come senza limiti a ciò che può fare) concorrono ad assegnare al film lo status di “classico minore” della fantascienza prima maniera. Particolare menzione merita la creatura più celebre della pellicola, il Mutante di Metaluna, ripugnante mostro nato da una mutazione genetica di grossi insetti messa in atto per creare una razza di “schiavi” dal poco intelletto ma dalla grande forza da usare per soddisfare i bisogni e i voleri degli abitanti di Metaluna e da impiegare in lavori pericolosi. Tale mostro paradossalmente alla fine gioca un ruolo determinate nel suggellare il destino di morte e distruzione del pianeta stesso. Da un punto di vista tecnico il mutante venne realizzato dal reparto degli effetti speciali della Universal sotto la direzione di Bud Westmore. Essi riutilizzarono una vecchia testa insettiforme scartata da un precedente film di fantascienza, rielaborandola allungando la parte inferiore del viso ed ingrandendo gli occhi a palla ed il cervello lasciato a vista, creando così uno dei mostri più riusciti ed immediatamente riconoscibili di tutto il cinema di fantascienza. Il personaggio di Exeter costituisce la migliore interpretazione di Jeff Morrow (1907-1993), che si cimenterà in altri ruoli fantascientifici negli anni successivi. Secondo il copione originale, Exeter (truccato con un’inconfondibile parrucca candida) doveva essere più malvagio e odioso. Ma Morrow, in accordo con lo sceneggiatore, propose una figura di alieno più umana che alla fine prende le parti dei terrestri. In un’epoca di alieni immancabilmente malvagi (al cinema), la cosa costituì una certa novità.
Infine, nota a margine circa il capitolo regia. Sebbene il film sia ufficialmente attribuito a Joseph Newman, specialista in western, praticamente tutta la seconda parte, la più interessante e valida, venne girata da Jack Arnold. Successe infatti che alla prima proiezione del film, la produzione ritenne del tutto inadeguata la versione completata da Newman, che mancava totalmente del fascino del mistero tipico delle pellicole sci-fi dell’epoca e sembrava loro troppo piatta e noiosa (e soprattutto senza nessun mostro orripilante che potesse attirare pubblico al cinema). Decisero quindi di richiamare in tutta fretta gli attori sul set per rigirare completamente la seconda sezione del film. Il lavoro venne affidato a Jack Arnold, apprezzato regista di genere fanta-horror già autore di pellicole di successo come Destinazione… Terra! (1953) e Il mostro della laguna nera (1954). Egli si occupò di rigirare una mezz’ora buona del film, introducendo nella storia, su insistenza della Universal, il mostro-mutante che alla fine cerca di uccidere i protagonisti, figura non inclusa nella versione girata da Newman. Sempre ad Arnold si devono le scene più spettacolari, tra cui quelle girate sul pianeta morente Metaluna, la resa immaginifica dei viaggi nello spazio interstellare, e l’esplosione finale di Metaluna che “muore” circondato da uno spazio che sembra una notte viola dove spiccano lampi gialli e verdi. Oggi Cittadino dello spazio è un film abbastanza dimenticato ma tracce della sua influenza (sia per gli aspetti tematici che visuali) possono essere ravvisati nel capolavoro Il pianeta proibito (1956) e nelle celebri saghe di Star Trek e Star Wars.
Titolo: Cittadino dello spazio (This Island Earth)
Anno: 1955
Regia: Joseph Newman
Produzione: USA – Universal Pictures – Colore, durata 86 min.
Sceneggiatura: Franklin Coen, Edward G. O’Callaghan
Fotografia: Clifford Stine
Effetti speciali: Clifford Stine, Bud WestMore
Musica: Herman Stein
Interpreti: Rex Reason, Jeff Morrow, Faith Domergue, Russell Johnson
By Alessandro Taccari
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