Kent, agente immobiliare e papà premuroso del piccolo Jack, ha la malaugurata idea di allietare la festa di compleanno del figlio travestendosi da clown, dopo che il pagliaccio chiamato per l’occasione dà forfait all’ultimo momento. Kent, per non deludere il figliolo e rimediare in fretta all’inconveniente, indossa un vecchio costume da clown trovato in una soffitta di una villa che deve vendere. La festa è un successo ma l’indomani Kent scopre di non riuscire a togliersi il costume che sembra aderirli come una seconda pelle con tanto di parrucca e naso rosso. Mentre i tentativi infruttuosi di togliersi lo scomodo travestimento si moltiplicano, l’uomo si rende conto di stare subendo una terribile mutazione che lo spinge inesorabilmente a provare un famelico appetito nei confronti dei bambini innocenti…
Clown (2013) è uno di quei film horror che dovrebbero avere la loro dimensione ideale giusto nella durata di un trailer o di un cortometraggio. Nel senso che nello spazio di un trailer o di un corto si riesce a mostrare tutto quello che serve per raccontare l’orrida storiella di Clown. Infatti il passabile spunto iniziale su un demone che s’impossessa di un bravo padre di famiglia e lo trasforma in un famelico orco, non viene adeguatamente sviluppato per poter sostenere la durata di un lungometraggio. Intendiamoci, Clown scorre via liscio, con buoni trucchi e discreta suspense, risultando efferato e sgradevole quanto basta per gli standard richiesti dagli horror odierni ma sembra concepito per un consumo veloce e superficiale, subito da dimenticare dopo la visione. Di idee veramente originali a livello di sceneggiatura non se ne vede neanche l’ombra.
Prodotto dal maestro del ‘torture porn’ Eli Roth, il film dell’esordiente Jon Watts rischia anche di deludere i fan dell’horror estremo abituati a ben altre efferatezze. Quello che poteva essere un efficace e compatto cortometraggio horror è diventato un film, non da buttar via, ma comunque simile a tanti altri made in USA con l’immancabile famiglia con bambini in pericolo, e la solita mamma che si batte disperatamente per salvare la prole dalla minaccia soprannaturale di turno. Ecco, per il bene del nostro amato cinema horror, proponiamo una moratoria di cinque anni sulla produzione di questo genere di film dell’orrore. Watts non è uno sprovveduto sul tema e sa propinarci qualche buona sequenza feroce e disturbante come lo sbranamento del bulletto fanatico dei videogames o la caccia ai bambini da parte del mostro nei tubi colorati (in stile ‘Alien‘) o ancora la mamma che pensa di offrire al demone un’altra bambina per salvare il proprio pargolo. Ma purtroppo questo non è sufficiente per elevare Clown al di sopra della mediocrità imperante nell’horror odierno. La (pseudo)leggenda del demone dal naso rosso e dalla pelle bianca (che abiterebbe nelle grotte del profondo nord islandese e deve mangiare cinque bambini nei mesi più freddi dell’anno) che dovrebbe dare spessore orrifico-fantastico al film, non viene sfruttata pienamente nella storia come forse ci si aspetterebbe. Certi personaggi sopra le righe, come il proprietario del costume maledetto che conosce il segreto del demone clown (interpretato da Peter Stormare, noto per i suoi ruoli di malavitoso russo) risultano banali e scontati. E gli spettatori più pignoli e smaliziati faranno fatica alla fine a capire come l’esile mammina (pure in dolce attesa), dopo una serie di corpo a corpo furiosi con la sovrumana creatura, riesca ad uscirne vincitrice. Invece si capisce benissimo sin dai titoli di testa che papà Kent (che invece di andare a comprarsi il costume in un qualsiasi negozio di articoli ludici se ne va a rovistare nelle soffitte polverose di case altrui) è destinato a una brutta fine. Il film non va neanche troppo confrontato con le altre pellicole del nutrito filone dei clown malefici (It in testa), in quanto gli elementi ‘clowneschi’ si esauriscono dopo pochi minuti per lasciare spazio a un horror di ripugnanti mutazioni corporee che portano il nostro mostro ad assomigliare alla fine a una specie di licantropo-orco glabro dagli istinti incontrollabili. Quando il protagonista comincia a perdere la sua umanità e a sputare i denti nel lavandino ci si rende conto che La mosca di Cronenberg ha già mostrato tutto o quasi sull’argomento. Forse negli anni ’80 Clown sarebbe stato un piccolo cult di questo sottogenere ma oggi è solo uno dei tanti.
Curiosamente (ma non a caso) Clown, il film che sta tutto in un trailer, trae origine da un (finto) trailer girato nel 2010 da Watts e dallo sceneggiatore Chris Ford che hanno citato astutamente nei titoli anche il nome di Eli Roth per attirare l’attenzione. Guarda caso Roth ha apprezzato la cosa e ha deciso di produrre il film, basandosi sull’esile spunto offerto dal fake-trailer. Del resto i suoi film e quelli dei suoi pupilli si basano su una singola idea forte e disturbante da sbattere in faccia agli spettatori in cerca di sensazioni forti. Ma spesso è troppo poco per farne un buon film e il parziale flop del recente e discusso Green Inferno, che cerca di resuscitare i cannibal movies dell’exploitation italico di trent’anni fa, ne è la prova. Speriamo almeno di non assistere in futuro ai soliti sequel fotocopia, anche se la scena finale che fa vedere il costume malefico imbustato dalla polizia non fa sperare bene.
Chi cerca qualche spavento non troppo durevole e vuole provare un po’ di facile raccapriccio con questo pagliaccio-orco dallo stomaco brontolante si può accontentare di Clown, altrimenti conviene andarsi a rivedere qualcosa di veramente spaventoso come le nefande imprese del serial killer John Wayne Gacy, conosciuto come Pogo il Clown (con all’attivo 33 vittime!), nomignolo con cui si faceva chiamare alle feste di bambini a cui partecipava travestito da pagliaccio.
Titolo: Clown (The Clown)
Anno: 2013
Regia: Jon Watts
Produzione: USA – M2 Pictures, Eli Roth – durata: 99 min.
Sceneggiatura: Jon Watts, Chris Ford
Fotografia: Matthew Santo
Musica: Matthew Veligdan
Interpreti: Andy Powers, Laura Allen, Peter Stormare, Elizabeth Whitmere, Matthew Stefiuk
Trailer
Fake trailer (2010)