Introduzione ai generi del cinema fantastico
Dalla fantascienza all'horrorI pionieri
Il fantastico nel cinema delle origini
Possiamo considerare il genere fantastico in tutte le sue declinazioni, dall’horror alla fantascienza, come parte integrante del cinema fin dai giorni dei fratelli Lumière, che per primi hanno fatto gridare di spavento degli spettatori davanti ad uno schermo, e di Georges Méliès con il suo cinema di trucchi strabilianti. Il cinema è fantasia che si concretizza sullo schermo. Il cinema fantastico ed horror è il più potente di tutti i generi cinematografici: ha la capacità di visualizzare le nostre fantasie più recondite e le nostre paure più terribili. Sin dalle origini il cinema fantastico ci ha raccontato storie di mostri di tutti i tipi, umani, soprannaturali, extraterrestri, creati dall’uomo, mutanti che hanno terrorizzato ed affascinato le platee di tutto il mondo. Da solo Georges Méliès ha realizzato quasi 500 film, buona parte dei quali di argomento fantasy-horror dal Viaggio sulla Luna ai Viaggi di Gulliver, portando sullo schermo, primo fra tutti, spettri, scheletri, diavoli, alieni, viaggi fantastici… In America Edison produce il primo Frankenstein nel 1910 e poco prima, nel 1908 viene girata la prima trasposizione sullo schermo del Dr.Jekyll and Mr.Hyde tratto dalla celebre opera di R. L. Stevenson, dando origine ad almeno una settantina di versioni successive. Ma fu nell’ambito del cinema tedesco che il genere fantastico raggiunse una notevole maturità artistica. Sotto l’influenza dell’Espressionismo prendono vita le opere che definiranno per gli anni a venire le tematiche del genere fantastico: il mito di Faust e del ‘doppio’ ne Lo studente di Praga (1913), ipnosi e controllo della mente in Il gabinetto del dr. Caligari (1919); seguiranno poi la creatura che muore per amore ne Il Golem (1920), il primo vampiro in Nosferatu (1922), robot e lotta di classe nel futuristico Metropolis (1926), la prima grandiosa saga fantasy ne I Nibelunghi (1924). Senza dimenticare i paesi scandinavi che hanno contribuito con alcuni capolavori come Il carretto fantasma (1919), La stregoneria attraverso i secoli (1922), Vampyr (1931). Negli USA vedrà la luce quella che è considerata la prima ‘star’ del genere fantastico: Lon Chaney Senior l’uomo dai mille volti, così soprannominato per le sue grandi doti interpretative e trasformistiche. Per i pionieri del cinema fantastico erano qualità indispensabili, non potendo contare sull’ausilio degli effetti speciali odierni e su budget consistenti.
Invasori dallo spazio
Arrivano gli alieni
Verso la metà del ventesimo secolo nessuno avrebbe potuto creduto che l’attività umana potesse essere osservata così attentamente e con tanta penetrazione da intelligenze superiori a quella dell’uomo. Eppure, attraverso gli infiniti spazi celesti, sul pianeta Marte, esseri dall’intelletto vasto e spietato, esaminavano la nostra Terra con occhi vogliosi tracciando, con fredda determinazione, i loro piani contro di noi… “ La voce fuori campo che ci introduce al film La guerra dei mondi (1953) sintetizza efficacemente le caratteristiche salienti del genere. Gli invasori spaziali fecero la loro comparsa sul grande schermo relativamente tardi rispetto alla folta schiera di creature mostruose che già affollavano il cinema fantastico fin dalle origini. Poi, negli anni ’50 soprattutto negli USA gli invasori alieni divennero piuttosto popolari al cinema. In precedenza la prima famosa invasione avvenne via radio: il 30 ottobre 1938, nel corso della trasmissione radiofonica settimanale Mercury Theatre on the Air, Orson Welles spaventò l’America raccontando “in diretta” l’invasione della Terra da parte di un gruppo di marziani. La reazione fu spropositata: il panico si diffuse tra la gente che fuggì dalle case. Quando in seguito gli alieni approdarono sul grande schermo, vennero alimentati dalle nuove paure e psicosi collettive dell’epoca: il pericolo ‘comunista’, la guerra fredda, la bomba atomica, i crescenti avvistamenti di Ufo… Apre le ostilità l’alieno ‘vegetale’ di La cosa da un altro mondo (1951) indiscusso capolavoro del cinema di fantascienza. Da questo punto in poi schiere di extraterrestri a bordo di dischi volanti invadono il nostro pianeta. A volte si tratta di esseri invisibili che si impadroniscono del corpo umano oppure ne creano una copia per meglio introdursi nella società umana come accade nel classico L’invasione degli ultracorpi (1956). L’invasore si può presentare nelle vesti di mostro marino, vegetale, minerale o anche artificiale. Lo scopo è sempre quello di annientare il genere umano e impadronirsi della Terra. Ma anche quando giungono con buone intenzioni non vengono compresi e si arriva allo scontro come in Ultimatum alla Terra (1951). Negli anni ’80 fanno la loro comparsa Alien e Predator che iniettano nuova linfa vitale al genere, supportati da effetti speciali convincenti e budget più consistenti.
Creature mostruose
Monster movies
Sin dagli spettacoli di magia di Georges Méliès (L’uomo dalla testa di gomma – 1901), le creature orrifiche e sensazionali del cinema hanno esercitato su di noi un certo fascino ambiguo e morboso. Il regista britannico Terence Fisher, maestro indiscusso del genere, parlando del suo film Dracula (1957), disse: “Il male è affascinante. Questa è la sua carta vincente!“. Se il cinema europeo, in particolare in Germania, ebbe il merito di far nascere e maturare, anche a livello artistico, un cinema di mostri e creature inquietanti, fu in America negli anni ’30 che il monster movie nacque come genere vero e proprio, strutturato secondo precisi modelli culturali e commerciali. Lo sviluppo del genere è legato soprattutto alle produzioni della Universal che lanciò sullo schermo i grandi protagonisti dell’horror su cui ancora oggi in parte si basa: Dracula, Frankenstein, l’Uomo lupo, etc… L’eredità di Lon Chaney Sr. (morto prematuramente nel 1930) passò ad altri ‘divi’ come Bela Lugosi, Boris Karloff, Lon Chaney Junior. Una delle tematiche che sopravvisse dal cinema muto passando nel genere fantascientifico è quella dello scienziato pazzo: è costui, novello Faust, il principale creatore di mostri che utilizza ogni mezzo, magico o scientifico, per il conseguimento dei suoi folli piani. Ogni mezzo usato per creare e controllare il mostro di turno rispecchia l’epoca in cui è stato girato il film: dall’ipnosi, utilizzata nelle prime pellicole del ventesimo secolo (Il gabinetto del dr. Caligari), si passa rapidamente alle onde radio, a svariate sostanze chimiche, all’energia elettrica (come la creatura di Frankenstein creata dai fulmini), alle radiazioni atomiche, ai trapianti di organi, e infine alle manipolazioni genetiche senza tralasciare ovviamente i sempre validi metodi magico alchemici. La paura atavica nei confronti del mostro, visto come diverso e deviante, ben si coniuga nel cinema con la paura verso i ‘progressi’ della scienza moderna: sarà soprattutto l’energia dell’atomo unitamente a diabolici composti chimici a creare legioni di mostri e mutanti di tutte le taglie e tipologie. A titolo esemplificativo ricordiamo brevemente tra la moltitudine di creature, il ragno gigante di Tarantula (1955), la casalinga alta 15 metri di Attack of the 50 Foot Woman (1958), il colossale dinosauro nipponico Godzilla (1954) figlio della paura atomica, gli zombi famelici di La notte dei morti viventi (1968). Anche quando i mostri hanno un’origine più ‘naturale’ si mettono nei guai provando una letale attrazione verso le femmine della specie umana. Citiamo solo due classici che hanno contribuito a tenere vivo il mito della ‘Bella e la Bestia’ al cinema, come King Kong (1933) e Il mostro della laguna nera (1954). Oggi tengono in vita il filone cinematografico dei mostri le grandi saghe dell’horror (Nightmare, Venerdì 13…) e una sfilza infinita di remake e sequel basati ancora in parte sui vecchi classici. Non è esagerato affermare che vampiri e morti viventi godono ancora di ottima salute al cinema.
Soprannaturale
Oscure presenze
L’elemento cardine del genere soprannaturale è l’irruzione dell’inammissibile e dell’inspiegabile nella realtà quotidiana. Questo elemento è sempre stato presente nel folklore popolare, nella religione, nella letteratura e infine anche nel cinema che ha fatto propria soprattutto quella dimensione del soprannaturale legata alla rappresentazione della paura e del mistero, seguendo l’orientamento nella letteratura di alcuni grandi narratori fantastici come Poe e Lovecraft. Spettri, case infestate, streghe, demoni, il diavolo in persona e posseduti vari hanno fatto concorrenza sullo schermo ai più ‘concreti’ mostri e alieni, fin dagli albori del cinema stesso.
Si ritiene che il primo film con elementi fantastico-soprannaturali sia Le manoir du diable, cortometraggio del 1896 di Georges Méliès, anche se gli elementi farseschi presenti avevano lo scopo di far divertire il pubblico piuttosto che spaventarlo. Negli anni ’60 il soprannaturale viene contaminato dall’ horror psicologico in due capolavori come Suspense (1961) e Gli invasati (1963) dove lo spettatore non capisce se gli strani fenomeni a cui si assiste siano reali o proiezioni della mente alterata dei protagonisti. Il successo di pellicole a basso costo (vedi Roger Corman con i suoi lavori tratti da Poe) e il crescente interesse del pubblico per l’occulto e il proibito danno origine a una serie di film veramente impressionanti che hanno anche coinvolto grandi firme del cinema come Polanski e Kubrick. Ricordiamo brevemente alcune pietre miliari del genere come Rosemary’s Baby (1968), L’esorcista (1973) e Shining (1980) tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King.
La produzione horror soprannaturale prese piede anche in Europa (soprattutto Italia e Spagna) con registi come Mario Bava, Pupi Avati, Dario Argento, Lucio Fulci, Jesús Franco, le cui opere avevano uno stile peculiare che le distingueva dalle produzioni made in USA. Brividi di paura scorrono anche nei film dell’estremo oriente (Giappone, Hong Kong) paesi che vantano un’ illustre tradizione popolare di storie di fantasmi e spiriti maligni: Kwaidan (1964), Storia di fantasmi cinesi (1987), Ring (1998), Ju-on (2000), Kairo (2001), etc…
Due film di successo del 1999 proiettano il genere soprannaturale nel 21° secolo: The Blair Witch Project e Il sesto senso. Soprattutto il primo ha lanciato la ‘moda’ dei film in stile found footage come la trilogia di Paranormal Activity iniziata nel 2011.
Esploratori dell’ignoto
Mondi sconosciuti – Uomini nello spazio – Space opera
Viaggio attraverso l’impossibile film fantastico del 1904 realizzato da Georges Méliès, è stata forse una delle primissime rappresentazioni di viaggio dell’uomo verso l’ignoto, un archetipo dell’innato desiderio della razza umana di spingersi sempre più lontano, verso l’esplorazione di mondi sconosciuti. Ovviamente il cinema fantastico ha dato corpo a questo desiderio in numerose forme e varianti. Nel 1932 il regista tedesco Georg Wilhelm Pabst dirige uno dei primi film sul continente perduto Atlantide. In Orizzonte perduto (1937) la mitica Shangri-La viene scoperta da uno scrittore in fuga dalla Cina. Nel 1959 nel film Viaggio al centro della terra (tratto dal romanzo di Jules Verne) un gruppo di esploratori raggiunge un continente sotterraneo popolato da creature preistoriche.
Ma è la fantascienza moderna ad estendere ulteriormente gli orizzonti del genere. Prima del 1950 le produzioni fantascientifiche sono relativamente rare, predominando invece l’elemento fantastico e l’orrore. In seguito, soprattutto negli USA, la corsa allo spazio e i progressi tecnologici alimenteranno il filone dell’esplorazione spaziale sullo schermo. Nel 1950 RXM Destinazione luna e Uomini sulla luna danno il via all’avventura spaziale. Uomini sulla luna del regista-produttore George Pal costituisce il primo esempio di film fatto quasi interamente di trucchi ed effetti speciali e risulta scientificamente accurato, almeno per le conoscenze che si avevano all’epoca. Un altro classico fondamentale è Il pianeta proibito (1956) che ebbe grande influenza su film successivi e su popolari serie tv come Star Trek. Enigmi alieni, misteri della mente umana, contatti con altre civiltà sono le tematiche che hanno contribuito ad arricchire il genere nelle sue opere più riuscite, depurandolo almeno parzialmente da quella connotazione apertamente moralistica e didattica che aveva un certo cinema di fantascienza negli anni ’50. Un ineguagliato modello di qualità cinematografica è costituito da due pellicole memorabili: 2001: Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick e Solaris (1971) di Andrei Tarkovskij. Quando gli scenari e le vicende ambientate nello spazio assumono toni particolarmente epici e grandiosi ci troviamo nella space opera (o epica spaziale) sottogenere della fantascienza letteraria (caratterizzato da battaglie stellari, pianeti alieni, imperi galattici…) poi esteso al cinema dopo il grande successo di Guerre stellari (1977). Oggi l’evoluzione degli effetti speciali digitali ha dato ulteriore spettacolarità e verosimiglianza ai film di esplorazione e avventura spaziale.
Naturalmente i mondi ignoti da esplorare nella fantascienza non si limitano agli sconfinati spazi siderali ma possono includere anche i viaggi nell’infinitamente piccolo (Radiazioni BX: distruzione uomo, Viaggio allucinante), i viaggi nel tempo (L’uomo che visse nel futuro, Ritorno al futuro ), o l’immersione nei recessi della mente umana come nel recente Inception.
Creazioni artificiali
Robot, androidi e scienziati pazzi
I robot e in genere le creature artificiali hanno sempre avuto molto successo al cinema, anche in tempi in cui gli effetti speciali erano meno perfetti di oggi. Basti ricordare uno dei più famosi, Maria, il robot d’aspetto femminile protagonista di Metropolis (1927) di Fritz Lang. E’ il mad doctor che sfida le leggi dell’uomo e di Dio, protagonista indiscusso dei film di fantascienza fin dalle origini, che cerca di utilizzare la sua creazione per folli scopi di conquista o per assecondare la sua smisurata ambizione. La rivolta dell’uomo artificiale contro il suo creatore, presentata già in Homunculus pellicola tedesca del 1916, vede nella creatura di Frankenstein la sua più famosa e riuscita rappresentazione. Alle creature patetiche e dalla mente infantile come il mostro di Frankenstein si contrappongono gli esseri superiori creati artificialmente, di natura malvagia ma destinati alla rovina, il cui più celebre e riuscito esempio cinematografico è costituito dai ‘replicanti’ di Blade Runner (1982).
Negli anni ’50 una nutrita schiera di robot e macchine ribelli (anche di provenienza extraterrestre) minacciano il nostro pianeta sul grande schermo: in Kronos, conquistatore dell’universo (1957) una gigantesca macchina aliena cerca di assorbire tutta l’energia della terra con esiti catastrofici, nel Il colosso di New York (1958) un imponente robot con un cervello umano trapiantato va fuori controllo con risultati facilmente immaginabili, in Target earth (1954) robot alieni provenienti da Venere invadono Chicago. Ma non tutti i robot sono nemici del genere umano fortunatamente: ricordiamo Tobor il re dei robot (1953) dove viene creata una macchina in grado di sostenere pericolosi viaggi spaziali preclusi agli uomini oppure possiamo citare il famoso Robby robot de Il pianeta proibito (1956) che aiuta e serve fedelmente l’equipaggio umano dell’astronave.
Questa doppia natura, ‘amico/nemico’ delle creazioni artificiali ha attraversato tutto il cinema di fantascienza fino a oggi. Basta ricordare il troppo umano computer Hal 9000 di 2001: odissea nello spazio (1968), la ribellione dei robot creati per divertire l’uomo nel Il mondo dei robot (1973), il robot giustiziere di Robocop (1987), o infine l’implacabile killer cyborg proveniente dal futuro di Terminator (1984) che appare poi in veste più amichevole in Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991).
Mondi futuri
Il futuro che ci attende
Quale futuro ci aspetta? A questa domanda ha cercato di rispondere anche il cinema di fantascienza a cominciare dal celeberrimo Metropolis (1927), storia futuribile sulla lotta di classe ambientato in un’enorme megalopoli del 2026. La fantascienza nei romanzi e nel cinema ci ha sempre presentato dei racconti futuristici di visioni/previsioni di carattere sociale, politico, ecologico che riflettono le paure della nostra epoca: diseguaglianze sociali, pericolo atomico, catastrofi ambientali, disumane dittature tecnologiche hanno fatto da sfondo a numerose pellicole del genere.
A volte il futuro ci viene rappresentato in maniera relativamente ottimistica come nel sorridente musical fantascientifico I prodigi del 2000 (1930) o nell’ambizioso La vita futura (1936) dove l’umanità, dopo una catastrofica guerra mondiale, ricostruisce la civiltà e si proietta alla conquista dello spazio. Negli anni ’50 e ’60 viene portata frequentemente sugli schermi l’estinzione della razza umana e la lotta dei superstiti per la sopravvivenza, causata soprattutto dalla guerra atomica. Il concetto della guerra atomica scatenata per la stupidità dell’uomo o per errore è presente in varie pellicole di buon livello. Citiamo, come esempio, L’ultima spiaggia (1959) e La fine del mondo (1959).
Negli anni ’70, le catastrofi atomiche saranno parzialmente sostituite da quelle ambientali, sempre attuali anche nel cinema odierno. Un mondo sovraffollato, privo di risorse, devastato dall’inquinamento ci viene mostrato nel classico 2022: i sopravvissuti (1973) tratto dal romanzo distopico di Harry Harrison, ‘Largo! Largo!’. Anche quando non sono in atto catastrofi ecologiche, il cinema di fantascienza ci presenta società violente ed autoritarie, governate da pochi privilegiati con l’ausilio di tecnologie che controllano e limitano le libertà dell’individuo. Hanno fatto scuola in questo senso film come Fahrenheit 451 (1966), L’uomo che fuggì dal futuro (1971), Arancia meccanica (1971), Rollerball (1975), La fuga di Logan (1976).
Scenari distopici ci accompagnano al cinema anche nei decenni successivi; la cupa ambientazione sociale ed urbana di Blade Runner (1982) e Brazil (1985) sarà il modello di riferimento da imitare in decine di pellicole.
Fantasy
Storie di spada, magia e supereroi
Il cinema fantasy è connotato dalla presenza della magia e di mondi immaginari, di creature leggendarie, di protagonisti eroici in lotta contro il Male. Nel corso del Novecento il cinema fantastico, dopo un inizio caratterizzato dai cupi film dell’espressionismo tedesco dai risvolti psicoanalitici, si è indirizzato verso una dimensione fiabesco-avventurosa in grado di farci evadere dalla noia della vita quotidiana. Come esempio, ricordiamo Il ladro di Bagdad (1940) sicuramente la produzione hollywoodiana più bella girata su questo celebre racconto. In seguito si svilupperà (soprattutto in Italia) il fantasy mitologico con i suoi forzuti ed imperturbabili eroi come in Ercole alla conquista di Atlantide (1961), uno dei classici del genere peplum. Ma il cinema fantasy, così come è inteso comunemente oggi, ha avuto un’ampia diffusione solo a partire dagli Anni ’80, con l’Heroic fantasy a sfondo epico guerresco che ha in Conan il barbaro (1981) di John Milius il primo ineguagliato modello. Storie di ambientazione medievaleggiante che si rifanno alle saghe cavalleresche o si svolgono in terre totalmente immaginarie, ottengono i crescenti favori del pubblico (Excalibur – 1981). Come illustre ed isolato antenato del genere fantasy, si può citare un capolavoro del cinema tedesco, I Nibelunghi (1924) di Fritz Lang, una saga epica composta da due film, basata sull’antica mitologia nordica. Ma la vera e propria consacrazione, per il fantasy, avviene nel nuovo millennio, in particolare grazie alla grandiosa trilogia del Il Signore degli Anelli tratta dal celebre capolavoro di Tolkien e ambientata nella favolosa Terra di Mezzo. Nel vasto e variegato regno nel fantastico, è doveroso aggiungere ai classici personaggi del mito e della fiaba, gli eroi di oggi o meglio i super-eroi dai poteri strabilianti, che popolano il colorito mondo dei fumetti. Di recente il cinema ha riscoperto i fumetti dei super-eroi che ora stanno godendo una seconda giovinezza: ricordiamo soltanto, per brevità, Batman, l’Uomo ragno, gli X-men… che hanno dato origine ad interminabili saghe di grande successo commerciale. Come è avvenuto per il fantasy classico, il crescente sviluppo ed utilizzo degli effetti speciali digitali nel cinema ha permesso di poter rappresentare sullo schermo in modo convincente ed adeguatamente spettacolare le gesta dei super-eroi dei comics, prima confinate in modeste pellicole realizzate senza grandi mezzi.
Exploitation
Cinema estremo (splatter, gore, slasher, weird, trash…)
Nel libro ‘The Film Encyclopedia’ di Ephraim Katz possiamo leggere questa definizione del cinema exploitation: “Film fatti con poca o addirittura nessuna attenzione alla qualità o al pregio artistico, ma con un interesse che mira al guadagno veloce, di solito attraverso tecniche di pubblicità che enfatizzino qualche aspetto sensazionale del prodotto.” Questi elementi sensazionali o forti consistevano spesso con l’esibizione più o meno esplicita di scene di sesso e di violenza o di altre tematiche considerate tabù come droga, malattie, delinquenza giovanile. Il termine exploitation (da exploit=’sfruttamento’) era noto fin dagli anni ‘ 30 e più che denotare un genere specifico è da considerarsi un attributo di certe pellicole, solitamente prodotte e distribuite fuori dai circuiti ufficiali.
Film con elementi exploitation sono esistiti sin dai primi giorni del cinema e spesso hanno incrociato il cinema fantastico e in particolare l’horror con le sue storie ‘perturbanti’ ed estreme. Talvolta la censura e tematiche proibite o scomode hanno relegato alcuni film di valore nel dimenticatoio come Freaks (1932) di Tod Browning ambientato nel mondo del circo ed interpretato da veri ‘fenomeni da baraccone’ e considerato oggi un classico dell’horror pur in assenza nella storia di elementi strettamente fantastici o soprannaturali. Tra gli anni ’50 e ’60 i cambiamenti avvenuti nella società portarono ad un allentamento dei costumi morali e della censura, si assottigliarono i confini tra i generi cinematografici e un nuovo tipo di pubblico fatto di giovani in cerca di sensazioni forti spinsero molti produttori indipendenti e registi alla ricerca di veloci guadagni ad alzare sempre di più la soglia del proibito nei loro film. Scene di nudo, consumo di droghe e alcol, musica rock divennero ingredienti indispensabili, che venivano poi opportunamente abbinati a qualche ‘mostro’ con risultati talvolta piuttosto esilaranti come nei film The Horror of Beach Party (1964), Teenagers from Outer Space (1959), House on Bare Mountain (1962). Nel cinema horror copiosi versamenti di sangue, violenza e sadismo iniziarono a proliferare nella prima metà degli anni ’60 con i film di Herschell Gordon Lewis e David F. Friedman, che diressero pellicole truculente come Blood Feast (1963) e Two Thousand Maniacs! (1964), considerate antesignane del genere gore. Negli anni ’60 e ’70 alla famiglia di ‘mostri’ di celluloide si aggiunge anche la figura (reale) del serial killer, il predatore sessuale per eccellenza, simbolo di una società malata ed amorale. Il cinema exploitation classico, dopo aver raggiunto il suo apice all’inizio degli anni ’70, quando veniva proiettato in apposite sale denominate grindhouse, finisce con il perdere la sua ragion d’essere con la crescente diffusione dell’homevideo e di un cinema pornografico sempre più esplicito e facilmente fruibile. Sarà soprattutto il cinema horror ad ereditare e mantenere le caratteristiche ‘proibite’ tipiche dell’exploitation nei suoi sottogeneri più estremi e bizzarri come lo splatter, slasher, torture porn, weird, trash che spesso lasciano ben poco spazio all’immaginazione dello spettatore.