In un circo, la bella acrobata Cleopatra, con la complicità del suo forzuto amante, sposa il nano Hans solo per impossessarsi delle ricchezze da lui ereditate. Per raggiungere lo scopo, Cleopatra complotta per avvelenarlo lentamente dopo le nozze. Ma la comunità dei freaks (le creature deformi che fungono da principale attrattiva nel circo) non tarda a scoprire il piano…
Tod Browning, dopo aver realizzato Dracula (1931) per la Universal, contribuendo alla fortuna del nuovo genere horror, tornò alla Metro-Goldwyn-Mayer (dove aveva già realizzato cupe storie criminali e di vendetta con Lon Chaney Sr.) per girare Freaks (1932), tratto da un romanzo di C.A. ‘Tod’ Robbins, Spurs (1923). Robbins fu l’autore anche di The Unholy Three da dove sono stati tratti due film con Chaney. Il film era stato commissionato dal produttore Irving Thalberg che voleva contrastare il successo di Frankenstein della Universal, producendo un film ancora più terrorizzante e sensazionale. La storia sembrava fatta apposta per Browning, che in gioventù aveva lavorato nel circo come fachiro, e che aveva sempre manifestato interesse e una certa morbosa attrazione per il mondo circense e per i suoi ‘abitanti’ fuori dal comune. Freaks è stato il primo film interpretato da veri ‘fenomeni da baraccone’ come nani, gemelli siamesi, uomini torso, donne dalla testa a spillo etc… Harry Earles che interpreta il nano Hans, era amico personale di Browning e per primo aveva portato all’attenzione del regista il racconto di Robbins. Le sorelle siamesi si esibivano con un certo successo in una loro banda jazz, Prince Randian, un nero senz’arti, era capace di accendersi una sigaretta da solo, Frances O’Connor la bionda senza braccia, utilizzava in loro sostituzione le gambe (come Chaney in Lo Sconosciuto).
La semplice trama, per il regista, è solo un pretesto per mostrarci il mondo dei freaks, ripreso in modo quasi documentaristico, senza falsi pietismi, ma sempre con simpatia e solidarietà. E alla fine i mostri e i ‘diversi’ si possono rivelare più umani dei cosidetti ‘normali’. Ma questo, per il cinema dell’epoca popolato da mostri patetici destinati sempre a fare una brutta fine, era un messaggio troppo forte da far passare. Tanto più che Browning non esitò a girare un finale sconvolgente dove i freaks mettono in atto un’atroce vendetta nei confronti di chi aveva fatto loro torto. Giudicato oltraggioso e sgradevole, il film fu un fiasco di pubblico e si dice che la MGM cercò di correre ai ripari tagliando drasticamente molte scene (anche se non esistono prove concrete su quanti e quali tagli siano stati effettuati). La critica dell’epoca bollò il film come un’opera indecente e immorale, alla stessa stregua di altri filmetti exploitation, girati soltanto per fare soldi facili. Invece si tratta di un film unico nel suo genere, che getta uno sguardo lucido e realistico sul mondo doloroso degli emarginati e dei diversi.
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