Goodnight Mommy poster

Con Goodnight Mommy il cinema thriller-horror europeo è tornato in campo con una prova d’autore, degna di maestri come PolanskiHaneke.

In una isolata casa di campagna, i due fratelli gemelli Elias e Lukas cominciano a sospettare che la loro madre, reduce da un intervento chirurgico al viso, sia stata sostituita per qualche oscuro motivo da una donna sconosciuta che nasconde le sue fattezze dietro la faccia bendata. Il comportamento brusco e inspiegabilmente freddo e poco affettuoso della donna nei confronti dei figli, spinge i gemelli a fare luce sui loro sospetti…

 

 

Il cinema horror e thriller austriaco non ha mai vantato una particolare tradizione, se escludiamo il ‘crudele’ Funny Games del 1997 diretto da Michael Haneke che ha avuto risonanza mondiale e un remake americano. Andando indietro nel tempo troviamo solo qualche co-produzione come Le amanti del dr.Jekyll del 1964. Più recentemente si è segnalato il grottesco fanta-horror Blood Glacier (conosciuto anche come The Station) del 2013, dove in un’insolita cornice ‘alpina’ troviamo un gruppo di scienziati ed escursionisti, capitanati da una autoritaria ‘ministra’ in stile Merkel, che devono combattere per la sopravvivenza contro dei mostri mutanti. Va detto che la maggior parte dei film austriaci viene girata con fondi statali che vengono elargiti preferibilmente per la realizzazione di opere ‘artistiche’ o impegnate, cosa che non sono in effetti la maggior parte dei film di genere horror oggi più diffusi.
A maggior ragione Goodnight Mommy (Ich sehe, Ich sehe – 2014) risalta come una gemma assoluta nel panorama del cinema di genere austriaco (ed europeo). “Io vedo, io vedo” (questo è il significato del titolo originale tedesco) è un thriller psicologico di grande impatto emotivo e visivo, enigmatico ed inquietante, che si muove magistralmente sul labile confine che separa la realtà dall’immaginazione, la follia dalla ragione, sulla falsariga di altri classici del genere come Suspense (1961) e L’inquilino del terzo piano (1976). I registi Veronika Frank e Severin Fiala non hanno voluto fare un film particolarmente pauroso o impressionante ma un film che mettesse disagio ovvero fornisse allo spettatore una visione disturbante ma al tempo stesso accattivante che non si può fare a meno di vedere fino in fondo. L’impostazione apparentemente teatrale da psico-thriller claustrofobico, con tre soli personaggi (la madre dal comportamento ‘alieno’ e i due figlioletti ‘angelici’) isolati in una casa di campagna, è ampliata dai paesaggi silvestri e campestri, magnificamente fotografati, e da alcune scene oniriche a cui sono delegate le sequenze più propriamente horror o weird della pellicola (l’estrazione chirurgica delle blatte dal ventre della madre, o la madre nuda che si inoltra nel bosco).

Goodnight Mommy

In Goodnight Mommy l’elegante struttura stilisticamente perfetta ci porta con rigore inesorabile al colpo di scena finale che capovolge tutto quello pensavamo di aver capito prima. Un finale crudele e scioccante che nel suo tragico realismo lascia più il segno di qualsiasi implicazione soprannaturale. Abbiamo visto la vicenda sotto il punto di vista di uno solo dei tre personaggi ma non ce ne siamo resi conto… Naturalmente lo spettatore più smaliziato può anche aver capito subito l’enigma dell’identità della madre e del suo strano comportamento ma questo non sminuisce l’impatto del film perché i due registi sanno introdurre nella vicenda elementi ambigui e indecifrabili che lasciano sempre qualche dubbio su ciò che è reale e su quello che invece può essere il parto di una fantasia malata o suggestionabile, soprattutto quando si ha a che fare con dei ragazzini. Il colpo di scena non è gratuito, anche perché vengono disseminati indizi sin dall’inizio che possono essere colti dallo spettatore più attento per arrivare alla terribile conclusione. Altre scene invece sono destinate a rimanere enigmatiche come ad esempio la caverna piena di ossa umane che i due gemelli esplorano durante il loro girovagare nei boschi. Inoltre Elias e Lukas coltivano strani hobby come allevare amorevolmente ripugnanti scarafaggi o indossare inquietanti maschere. Si tratta di elementi simbolici (luce e tenebra, l’identità indefinita, la colpa…) che danno al film un’atmosfera unica non riscontrabile in altre pellicole affini. Le tematiche portanti di Goodnight Mommy sono presenti anche in altri film naturalmente (vedi il cinema di Polanski) ma qui sono rielaborate in modo originale e profondo: il tema del doppio e dell’identità, l’innocente crudeltà della fanciullezza, la tragica problematicità dei rapporti familiari, la follia…

Goodnight Mommy

Inevitabile non porre l’accento sull’interpretazione dei due fratelli (Elias e Lukas Schwarz) selezionati tra gli scolari austriaci dopo un provino condotto su 130 coppie di gemelli. Elias e Lukas sono stati scelti dai registi dopo aver dimostrato la loro intraprendenza nel ‘torturare’ l’attrice (Susanne Wuest) che doveva interpretare loro madre, durante l’audizione finale. La Wuest si dimostra efficace nella parte della madre inaccessibile e glaciale sia con il volto bendato che senza le bende. Il tema del fanciullo malvagio al di là dell’apparente candore infantile non è certo nuovo al cinema (un capostipite può essere considerato Il giglio nero del 1956) ma in Goodnight Mommy è reso con un’ambigua e dolorosa drammaticità che si palesa in tutta la sua forza nel finale impietoso e senza speranza. Di soprannaturale rimane solo una vaga aura misteriosa, la cui percezione è lasciata all’immaginazione dello spettatore.
Il tocco ‘raggelante’ che caratterizza il film è dovuto anche al produttore Ulrich Seidl (marito di Veronica Franz e zio di Severin Fiala) affermato regista e documentarista austriaco, la cui opera è caratterizzata da uno stile asciutto e distaccato. I due coregisti hanno fatto proprio lo stile di Seidl per mettere in scena una paura astratta e onirica che si trasforma poi in qualcosa di più viscerale e concreto.
Un po’ inaspettatamente per un film horror austriaco, Goodnight Mommy ha ricevuto molti premi nel circuito dei festival e ha partecipato per l’Austria agli Oscar nella categoria “miglior film in lingua straniera”.

 

Titolo:  Goodnight Mommy (Ich sehe, Ich sehe)
Anno: 2014
Regia: Veronika Frank, Severin Fiala
Produzione: Austria – Ulrich Seidl, Louis Oellerer – durata 96 min.
Sceneggiatura: Veronika Frank, Severin Fiala
Fotografia: Martin Gschlacht
Colonna sonora: Olga Neuwirth


 

Trailer