La leggenda di Dracula è passata con agilità dal cinema al teatro, dai fumetti al musical. Tutte le trasposizioni sono poco fedeli al romanzo di Bram Stocker, ed esistono anche parodie scanzonate e rivisitazioni che vanno dal porno alla satira politica.
…Hanno cambiato faccia (1971) è una rivisitazione alternativa e pessimista che preannuncia la stupenda conclusione del Nosferatu il principe della notte di Herzog. In essa, il Conte viene ucciso da Van Helsing; il borghese Harker che fino ad allora era debolissimo e pallido come un cadavere si rianima di colpo. E’ cambiato, adesso lui è il vampiro, fa arrestare il vecchio dottore olandese e si allontana nella notte pronto a succhiare sangue a tutto il mondo.
Nel 1971 Corrado Farina, ben otto anni prima del capolavoro di Herzog, è arrivato alla quella stessa conclusione. Nel suo film …Hanno cambiato faccia il vampiro è Giovanni Nosferatu, un industriale, un rappresentante dell’alta borghesia che sopravvive succhiando la linfa vitale delle persone attraverso il consumismo, il condizionamento mentale, il sesso e la droga. Ha esteso il suo dominio arrivando a possedere una catena di supermarket, giornali e mass media, reparti di polizia e quanto gli possa necessitare per dettare legge. E’ sua anche la fabbrica di automobili Auto Avio Motor, dove lavora come impiegato l’anonimo e modesto Alberto Valle. Un giorno questo lavoratore viene convocato in quanto Nosferatu in persona richiede la sua presenza in una villa sulle montagne delle Langhe. Giunto al paese più vicino, scopre che la gente tace e si fa scostante non appena chiede informazioni sula strada da percorrere. L’unica a considerarlo è Laura, ragazza estroversa, sessualmente libera, sognatrice, che prende un passaggio, pur restando in auto ad attenderlo proprio davanti alla magione. Conosce così Nosferatu e la sua procace e disponibile segretaria Corinna…
La vicenda ripercorre i primi capitoli del romanzo, quelli con Jonathan Harker che si reca in Transilvania per far firmare il contratto di compravendita di un immobiliare al misterioso Conte. La riproposizione è all’insegna della satira più amara e non basta la presenza di due donne avvenenti a scacciare la disillusione con un paio di momenti di sesso.
La misteriosa villa, magione decrepita se vista dall’esterno e modernissima al suo interno, è circondata da un parco e da alte mura. E’ custodita da uomini su auto 500 bianche, dotati di casco e inespressivi, e ospita Giovanni Nosferatu e la sua organizzazione. Il magnate desidera che Valle si unisca al suo team di capi, lo alletta con un posto di lavoro di elite ben diverso dal modesto impiego e decide di ospitarlo fino a quando non avrà deciso sul da farsi. Nonostante le tentazioni carnali della bella segretaria, il povero impiegato si impensierisce e non appena la donna si allontana, indaga. Durante una passeggiata, scopre un registro con i nomi degli impiegati e la carriera già decisa per loro, e un nido per i loro figli. I piccoli vengono indottrinati scandendo il mantra “La vera civiltà è basata sulla repressione costante degli istinti umani”, “Come coltivare l’ottimismo”, “Pubblicità e sesso”, “Alice nel paese del consumo”, “Psicoseduzione dei bambini”, “Reclutamento di nuovi consumatori” e simili.
Anche il cibo è ridotto a vassoi con delle gelatine colorate ed insapori perché nel mondo prospettato da Nosferatu, il piacere fine a sé stesso è bandito, sostituito dal ‘socialismo gastronomico’ dei piatti preconfezionati. Anche i preservativi vengono prodotti dalle fabbriche del magnate e i lavoratori di quel settore hanno l’obbligo di non riprodursi, pena l’aborto e la castrazione degli uomini. Le esigenze naturali vengono quindi piegate alla logica del consumo, e per chi non si diverte abbastanza c’è sempre la possibilità di acquistare l’L.S.D. in formato normale o famiglia.
La pubblicità è onnipresente, basta utilizzare la doccia che una voce annuncia le meravigliose virtù di un bagnoschiuma, e sedendosi in poltrona un’altra voce reclamizza il mobile. Nosferatu controlla la gente creando bisogni nuovi o sfruttando quelli già presenti.
L’asilo non è la sola scoperta angosciante: passeggiando il parco in compagnia di Corinna, Alberto nota una sagoma stesa per terra tra gli alberi spogli e le foglie cadute. Come fa per avvicinarsi, viene trattenuto dalla donna, e rimane con l’idea che quello fosse un cadavere. Spiando una riunione si rende conto di come quanti sono in disaccordo con il ricco industriale fanno una brutta fine, vengono uccisi dai guardiani in 500. La Chiesa è in mano ai capi scelti da Nosferatu, e così l’intrattenimento, l’informazione, la politica…
Anche lui non ha scelta; può solo attendere il momento propizio e provare a fuggire, schivando le cariche delle automobili bianche.
Nel frattempo si rende anche conto della natura immortale di Nosferatu: entra nella cripta del vecchio cimitero e scopre che l’uomo è nato nel 1801. Purtroppo a sua insaputa ha catturato Laura e l’ha vampirizzata.
Il sacerdote del vicino paese è l’unico che conosce la situazione, e sceglie di non intervenire.
Le trovate sono spassose quanto crudeli, risentono della disillusione emersa dal tramonto della rivoluzione del Sessantotto. La consapevolezza del fallimento delle utopie è ormai data per certa, e il vampirismo della nobiltà di un tempo si è evoluto in quello progettato e diffuso dalla borghesia: … hanno cambiato faccia.
Purtroppo molti dei cambiamenti sociali ipotizzati si sono avverati, realizzandosi nel consumismo esasperato e nel narcisismo odierno. Anche i timori degli ambientalisti messi a tacere riciclando vecchi prodotti di pulizia rimasti invenduti con confezioni accattivanti e un nome rassicurante sono davvero profetici. Lasciano scioccati, perché contrastano con l’aspetto dimesso da pellicola di serie B anni Settanta, con abiti e accessori del periodo, con le belle musiche progressive che pure datano il film e lo rendono, come diceva Umberto Eco, apocalittico. Anzi possiamo affermare che oggi il film resta sinistramente attuale con l’affermarsi del globalismo neoliberista, travestito da progressismo, che ha permesso il moltiplicarsi e la mutazione dei Nosferatu di un tempo (la Fiat degli Agnelli ad esempio che traspare nella pellicola) in varie entità sovranazionali antidemocratiche, assai più influenti e pervasive nel perseguire i loro obiettivi anche grazie alle nuove tecnologie di controllo abbinate alle tecniche di manipolazione delle masse. La profetica frase di Marcuse “Il terrore oggi si chiama tecnologia” nei titoli di coda chiude il film. Resteranno delusi quanti si attendevano una rivisitazione del mito del vampiro in senso orrifico classico.
Ci sono citazioni attinte dalla filmografia di genere: il richiamo nel nome al titolo del film di Murnau del 1922, o il terrore dei paesani per quanti giungono dalla magione, la cripta e il morso sul collo che trasforma Laura in una serva del potere. Il resto è più vicino alla fantascienza sociologica di Huxley, e Adolfo Celi interpreta alla perfezione questa nuova versione del mostro. Il regista Corrado Farina, proveniente dal mondo della pubblicità, firmerà in seguito l’horror ‘erotico’ Baba Yaga (1973), martoriato dai tagli della censura.
… Hanno cambiato faccia è comunque un film da vedere, per capire meglio le potenzialità anche ideologiche del cinema considerato a torto, ‘minore’.
Titolo: …Hanno cambiato faccia
Regia: Corrado Farina
Interpreti: Francesca Modigliani, Geraldine Hooper, Giuliano Disperati, Adolfo Celi
Durata: h 1.30
Nazionalità: Italia – 1971
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