La giuria del Trieste Science+Fiction Festival 2016 ha emesso i suoi verdetti e assegnato gli agognati premi.
Come in parte ci si aspettava, il vincitore del Premio Asteroide (assegnato al Miglior Lungometraggio di Fantascienza in concorso) è stato Embers di Claire Carré, da subito indicato da molti come uno dei migliori film di fantascienza indipendenti degli ultimi dieci anni. Ambientato in un mondo futuro afflitto dalla perdita della memoria, dopo un epidemia globale, “… questo film è un’allegoria senza tempo sul comportamento umano, sull’intensità delle emozioni e sull’incognita del futuro“. Produzione USA-Polonia.
Il mondo come lo conosciamo oggi è stato dimenticato. I sopravvissuti ad un’epidemia che ha colpito il pianeta dieci anni prima soffrono ancora degli effetti del virus: amnesia retrograda e anterograda. Senza alcuna memoria del passato ed incapaci di acquisire nuovi ricordi, attraversano paesaggi in rovina, cercando di condurre un’esistenza tutta vissuta nel presente e il cui signicato va ricercato momento dopo momento…
Il Premio Méliès d’argent (Miglior Lungometraggio Fantastico Europeo) è stato assegnato a Sum of Histories di Lukas Bossuyt, produzione belga/olandese che riesce a costruire un’avvincente intreccio tra la vita dei protagonisti e il classico tema fantascientifico delle conseguenze dei cambiamenti operati sulla linea temporale, con un occhio attento alle ultime teorie sulla fisica quantistica.
Viktor, un famoso scienziato, vive una vita felice insieme alla moglie Lena, malgrado un tragico incidente avvenuto durante la loro gioventù. Un giorno, Viktor fa una scoperta rivoluzionaria con l’aiuto del suo assistente Tito. Hanno trovato un modo per inviare messaggi di posta elettronica nel passato. Viktor vuole cambiare il passato di Lena e non riesce a trattenersi dal premere ‘invia’. Ma il passato, non importa quanto piccola sia l’alterazione, non può essere modificato senza conseguenze…
Il Premio del pubblico è andato al fanta-complottistico Moonwalkers di Antoine Bardou-Jacquet, pellicola francese interpretata da Ron Perlman.
Luglio 1969. Dopo aver fallito nella ricerca del leggendario regista Stanley Kubrick, un instabile agente della CIA reduce del Vietnam si trova invece a dover collaborare con il manager di una squallida rock band per organizzare la più grande truffa di tutti i tempi: la messa in scena dello sbarco sulla Luna…
Il Premio Nocturno Nuove Visioni è stato assegnato dai redattori della nota rivista a I am not a Serial Killer di Billy O’Brien “per l’insolita combinazione di humour nero, horror e romanzo di formazione…”. Come l’anti-eroe della serie TV Dexter, il giovane protagonista di questa pellicola anglo-irlandese, deve indirizzare le sue terribili pulsioni omicide verso un male peggiore. Basato sul romanzo di culto di Dan Wells.
Il sedicenne John Wayne Cleaver non è un assassino seriale, ma ha tutte le caratteristiche per esserlo. Mantenere sotto controllo le sue tendenze omicide e l’ossessione morbosa per la morte è una lotta costante che diviene solo più difficile quando un vero e proprio serial killer inizia a terrorizzare la sua sonnolenta cittadina del Midwest. Ora, al fine di rintracciare lo psicopatico e proteggere quelli intorno a lui, John deve scatenare i suoi più oscuri demoni interiori…
Il Premio della critica web per la miglior opera prima è andato a Under the Shadow (UK-Giordania) di Babak Anvari, già presentato al Milano Film Festival 2016. Il pubblico ha assegnato il Premio Mélies d’argent (per il Miglior Cortometraggio Fantastico Europeo) a Getting Fat in a Healthy Way di Kevork Aslanyan, fiabesco corto bulgaro ambientato in un mondo dove la gravità è debole e le persone molto magre se ne volano via nel cielo…
Per quanto riguarda l’Italia si sono distinti il cortometraggio Djinn Tonic di Domenico Guidetti (storia di un giovane precario senza speranze e di un Djinn, antico genio della lampada che esaudisce desideri… ) che si è aggiudicato il Premio CineLab e il lungometraggio Monolith di Ivan Silvestrini che si è guadagnato una nota di merito per le alte capacità produttive e creative dimostrate.
Sandra è chiusa fuori dalla sua Monolith, la macchina più sicura del mondo, costruita per proteggere i propri cari da qualsiasi minaccia. Suo figlio David è rimasto chiuso al suo interno, ha solo due anni e non può liberarsi da solo. Intorno a loro il deserto, per miglia e miglia…