(2° parte)
Multiverso e dimensioni alternative nelle Serie TV
(anni ’50 – ’90)
Universi paralleli, realtà alternative, ucronie e paradossi temporali, da un punto di vista strettamente fantascientifico, hanno fatto la loro comparsa prima in televisione che al cinema. Questo probabilmente perché i soggetti e le sceneggiature di classiche serie tv sci-fi come Ai Confini della Realtà o The Outer Limits erano scritte da grandi scrittori di fantascienza come Richard Matheson o Harlan Ellison. In questa seconda parte analizzeremo le serie Tv realizzate dagli anni ’50 agli anni ’90.
Ai Confini della Realtà
Nella serie classica Ai Confini della Realtà (The Twilight Zone, 1959-1964), ci sono diversi episodi che trattano il tema delle dimensioni alternative o parallele (uno di questi, “Immagine allo specchio“ è già stato citato nell’articolo Il cinema del doppio). Ecco un elenco degli episodi più significativi sull’argomento:
La Bambina perduta (Little Girl Lost) (S3 E10): Questo episodio racconta la storia di una giovane ragazza che accidentalmente passa attraverso un’apertura in un’altra dimensione, perdendosi. I suoi genitori e un amico fisico cercano di trovarla e riportarla indietro in una lotta contro il tempo, alla disperata ricerca dell’apertura che porta alla misteriosa quarta dimensione prima che si richiuda. Tratto da un racconto di Richard Matheson che si ispirò a un episodio che gli era accaduto in famiglia, quando sua figlia si era nascosta sotto il letto e non riusciva a trovarla… L’effetto dell’attraversamento della parete nella quarta dimensione non fu ottenuto tramite la classica dissolvenza fotografica su pellicola ma con un ingegnoso effetto ottico, ottenuto colorando e illuminando la parete in modo tale da rendere invisibile l’apertura. Rimane memorabile la rappresentazione scenografica quasi psichedelica della quarta dimensione.
Quando il cielo fu aperto (And When the Sky Was Opened – S1 E16): In questo episodio, un’astronave torna sulla Terra dopo una missione, ma i 3 astronauti dell’equipaggio iniziano a scomparire uno dopo l’altro come se non fossero mai esistiti, suggerendo che potrebbero essere stati trasportati in una dimensione alternativa come se non appartenessero alla Terra dove sono atterrati. La tensione cresce mentre i protagonisti cercano di capire cosa stia accadendo. Questo episodio è sicuramente uno dei più agghiaccianti (almeno in confronto alla blanda fantascienza tv dell’epoca) per via della rappresentazione dell’impotenza dell’uomo di fronte all’ignoto e del finale senza speranza (e senza spiegazione). Il soggetto è basato sul racconto “Disappearing Act” di Richard Matheson pubblicato nel 1953. L’interprete Rod Taylor è ricordato anche come il protagonista di due classici del cinema di fantascienza: L’uomo che visse nel futuro (1960) di George Pal e Gli uccelli (1963) di Alfred Hitchcock.
Nessun tempo è come il passato (No Time Like the Past – S4 E10). Un uomo decide di viaggiare indietro nel tempo con un dispositivo di sua invenzione per alterare il corso della storia e impedire la minaccia incombente dell’olocausto nucleare. Ma i suoi tentativi di prevenire tre diversi eventi chiave storici (tra cui la bomba di Hiroshima e l’avvento di Hitler) sono destinati a fallire. L’episodio è uno dei primi, tra cinema e tv, a trattare la tematica dei viaggi del tempo in rapporto alla difficoltà di modificare il corso della storia. Il personaggio interpretato da Dana Andrews (La notte del demonio), pacifista convinto e critico ‘ante-litteram’ nei confronti dell’imperialismo americano, rispecchia le paure della Guerra Fredda, ora tornate purtroppo di attualità.
Dimensioni parallele (The Parallel – S4 E11): Un astronauta ritorna da una missione spaziale e scopre che il mondo non è esattamente come lo ricordava, a cominciare dal nome del presidente in carica. Questo episodio molto originale per l’epoca, scritto dal creatore della serie Rod Serling, esplora il concetto di universi alternativi e le piccole differenze che possono esistere tra essi, rendendolo uno dei primi esempi della teoria dei multiversi nella televisione. La trama dell’episodio condivide la stessa premessa del successivo film inglese Doppia Immagine nello Spazio (Doppelganger, 1969).
A Matter of Minutes (S2 E12): Anche nella seconda serie di The Twilight Zone degli anni ’80, ci sono diversi episodi che trattano il tema delle dimensioni alternative temporali, seppure questa nuova serie a colori manchi del fascino oscuro e weird della prima e della creatività di Rod Serling scomparso prematuramente nel 1975. Infatti prevalgono storie dai toni più surreali e disimpegnati. Ne è un esempio A Matter of Minutes dalla storia bizzarra e assurda con i protagonisti che si trovano intrappolati in un ciclo temporale che li porta a confrontarsi con la possibilità di esistenze alternative. Ovvero in qualche modo sono scivolati in una scappatoia temporale, saltando alcune ore della giornata. La strana concezione del tempo presente nella storia implica che il tempo deve essere mantenuto (in segreto): cioè ogni minuto nella storia è essenzialmente un mondo separato, che deve essere costruito, mantenuto e demolito materialmente una volta che il mondo ha finito con esso. Il tutto ad opera di una squadra di operai guidati da un supervisore. L’ episodio è basato sul racconto “Yesterday Was Monday” di Theodore Sturgeon, pubblicato per la prima volta nel 1941. È anche simile nel concetto al racconto di Stephen King The Langoliers.
Una giovane coppia sposata si sveglia un giorno al suono di un cantiere. Quando osservano attentamente il mondo che li circonda, scoprono che tutto si è fermato. Una squadra di strani operai edili vestiti di blu e dal volto coperto è impegnata a rimuovere i loro mobili e a sostituirli con altri nuovi. I due corrono fuori per trovare cose che sono già esistite e che vengono ricostruite. Confusi e spaventati, la coppia corre in un vicolo e si ritrova in un vuoto di spazio bianco. Scoprono un uomo in giallo che li aiuta a uscire dal vuoto e spiega loro di essere il supervisore della manutenzione del tempo…
The Outer Limits
La serie TV di fantascienza The Outer Limits (1963-1965), nota per il suo approccio filosofico ma spesso inquietante alla fantascienza (se non tendente all’horror), include diversi episodi che trattano il tema degli universi paralleli o di altre dimensioni. Ecco un elenco degli episodi rilevanti su questo argomento:
The Man Who Was Never Born (S1 E6)
Un astronauta, viaggiatore del tempo, cerca disperatamente di impedire la nascita di un inventore il cui batterio killer trasformerà nel futuro gli esseri umani superstiti in mutanti mostruosi. L’astronauta con l’aiuto di un terrestre deforme del futuro, si adopera affinché la catastrofe non avvenga, progettando di uccidere una giovane donna appena prima che si sposi e partorisca lo scienziato che ha creato l’agente di guerra biologica che devasterà la Terra del futuro. Ma mentre trovano la strada per tornare al presente, l’astronauta scompare a causa di fattori temporali. Il mutante si troverà ad affrontare dilemmi morali e paradossi temporali… Questo brillante e avvincente episodio ha raccolto e sviluppato l’eredità di Ai confini della realtà, gettando le basi di film memorabili come Terminator e Ritorno al futuro, dove i protagonisti cercano di cambiare il destino della storia. Ci troviamo di fronte a uno dei primi film o telefilm che esplora il concetto di uccidere il male prima che abbia la possibilità di diventare una minaccia per l’umanità. Nella parte del mutante ‘Andro’ troviamo l’attore Martin Landau, futuro interprete della serie Spazio 1999.
The Borderland (S1 E12)
In questo episodio, uno scienziato, il Professor Ian Fraser, sviluppa una macchina che sembra in grado di contattare l’aldilà. Convince un uomo ricco, Dwight Hartley, a finanziare i suoi esperimenti per avere la possibilità di comunicare con il figlio defunto di Hartley. L’episodio esplora la linea sottile tra scienza e misticismo, con Fraser che tenta di aprire un portale verso altre dimensioni o realtà. Il concetto di aldilà visto come una dimensione alternativa raggiungibile con mezzi scientifici sarà ripreso in seguito da vari film. The Borderland è un esempio classico di come la serie affrontasse questioni esistenziali e le implicazioni della scienza sul concetto di vita e morte, utilizzando il viaggio dimensionale come strumento narrativo.
The Mice (S1 E5)
Il dott. Thomas Kellander, direttore della Neo-Kinematics, è responsabile di una macchina in grado di scomporre la materia in onde elettriche, così da poterle trasmettere come una radio e riassemblarle nel punto di ricezione. Una civiltà aliena avanzata contatta gli Stati Uniti per testare i sistemi di teletrasporto sperimentali di entrambi i mondi, con uno scambio di ‘cittadini’. Temendo che il trasporto di materia fallisca, l’esercito statunitense seleziona un criminale che sta scontando una condanna all’ergastolo per fungere da cavia… La peculiare stranezza che troviamo nei migliori episodi di questa serie è qui in piena evidenza. Uno scambio di prigionieri tra la Terra e una società aliena sconosciuta consente a una bizzarra creatura di arrivare su questo pianeta. Questo visitatore alieno si comporta a modo inquietante e incomprensibile. Ci sono un paio di scene di suspense quando la creatura è in libertà e scatena il caos. Nel cast spicca la presenza di Henry Silva, grande caratterista specializzato in ruoli di ‘cattivo’ o criminale. Al di là delle implicazioni etiche che emergono quando due realtà diverse entrano in contatto, l’aspetto della singolare creatura aliena cattura l’attenzione dello spettatore, tanto più che gli autori di The Outer Limits erano specialisti nella creazione di mostri. La fanta-tecnologia del teletrasporto (poi resa celebre da Star Trek) può essere considerata un elemento correlato a quello degli universi paralleli.
The Premonition S2 E16
Quando un collaudatore precipita con il suo aereo sperimentale X-15, dopo che ha raggiunto Mach 6, lui e sua moglie scoprono di trovarsi in una realtà in cui il tempo ha rallentato quasi fino a fermarsi. Tornati alla base aerea, sono inorriditi nel vedere la figlia in piedi sul percorso di un camion in movimento e sembrano incapaci di impedirne la morte. Episodio interessante con una buona recitazione e personaggi coinvolgenti che si ritrovano intrappolati in una sorta di limbo temporale. Il concetto di tempo rallentato o congelato sarà ripreso in altre serie sci-fi successive. Particolarmente tragica la figura dell’uomo/essere del limbo intrappolato tra presente e futuro.
Star Trek
Il tema degli universi paralleli è un elemento cardine dell’universo di Star Trek, esplorato fin dagli episodi della serie classica a cominciare da Mirror, Mirror (2ª stagione, episodio 4).
Questo episodio iconico introduce l’Universo dello Specchio (Mirror Universe), un universo parallelo in cui i personaggi vivono in una realtà oscura e autoritaria. Kirk, Uhura, McCoy e Scotty vengono accidentalmente trasportati in questa dimensione a causa di un malfunzionamento del teletrasporto, dove incontrano versioni malvagie di sé stessi e devono trovare un modo per tornare nella loro realtà. È uno degli episodi più influenti di tutta la saga e ha dato origine a una linea narrativa ripresa in molte altre serie.
Tra i successivi episodi più significativi ricordiamo Parallels (7ª stagione, episodio 11) della serie Star Trek: The Next Generation che vede Worf spostarsi tra diverse versioni dell’universo dopo essere stato esposto a un’anomalia quantica. Ogni realtà presenta variazioni delle vite dell’equipaggio, esplorando la premessa delle infinite possibilità e versioni dell’universo.
Non è possibile in questa sede analizzare tutti gli episodi delle varie serie di Star Trek che vedono coinvolto l’Universo dello Specchio che tornerà in numerose puntate di Star Trek: Deep Space Nine. Successivamente anche Star Trek: Enterprise e soprattutto Star Trek: Discovery hanno approfondito il tema dell’Universo dello Specchio, integrandolo nelle trame principali. Dal classico “Mirror, Mirror” alle più moderne riprese in Discovery, gli universi paralleli sono stati usati per esaminare le complessità della società umana, l’identità individuale e le conseguenze delle scelte, rendendo questo tema centrale nella narrazione di Star Trek.
Dimensione Alfa
Per vedere la prima serie TV dedicata interamente ai mondi paralleli bisogna aspettare gli anni ’80, ovvero Dimensione Alfa (Otherworld – 1985). Infatti finora la tematica degli universi paralleli era stata trattata solo in alcuni episodi nelle serie antologiche dei primi anni ’60 e più o meno sporadicamente nelle grandi serie sci-fi degli anni successivi come Star Trek, Spazio 1999, X-Files, Doctor Who…
Dimensione Alfa è formata da solo otto episodi, perché fu cancellata a causa dei bassi ascolti. La serie, dal taglio prettamente avventuroso e disimpegnato, vede le peripezie della famiglia Stirling che si ritrova catapultata (durante una visita alla Piramide di Giza) in un pianeta parallelo chiamato Thel governato da un’imperscrutabile intelligenza artificiale. Le esotiche e strane regioni in cui è suddiviso Thel daranno modo alla famiglia (una coppia con tre figli) di vivere avventure mirabolanti in svariate tipologie di società umane, dalla città popolata da androidi addetti a lavori rischiosi alla comunità di femministe che schiavizzano i maschi. Nonostante alcuni spunti narrativi brillanti e ingegnosi per l’epoca, la serie ha risentito fatalmente delle pesanti limitazioni di un prodotto troppo generalista e di una sceneggiatura dal target non sufficientemente ‘adulto’. Per una recensione completa su Dimensione Alfa leggi qui.
Sliders (I Viaggiatori)
Negli anni ’90, dopo la sfortunata Dimensione Alfa, le serie TV che si sviluppano interamente attorno al tema dei viaggi in dimensioni parallele cominciano a prendere piede. Lo sdoganamento dell’idea, presso il grande pubblico, della possibile esistenza di infiniti universi con altrettante Terre parallele si rivela per gli sceneggiatori dei serial televisivi una fonte potenzialmente inesauribile di intrecci narrativi ricchi di azione, avventura e colpi di scena.
Un primo esempio è costituito da Sliders, conosciuta in Italia come “I Viaggiatori“, serie televisiva di fantascienza statunitense trasmessa dal 1995 al 2000. ll dispositivo portentoso che permette di viaggiare in altre dimensioni è chiamato “Slider Machine” che sfrutta il concetto del ponte di Einstein-Rosen (o ‘wormhole’) per aprire varchi verso universi alternativi.
La storia segue le avventure di Quinn Mallory, un giovane studente universitario che, nel tentativo di costruire una macchina per modificare la gravità terrestre, inventa accidentalmente un dispositivo capace di aprire portali verso altre dimensioni parallele. Insieme al suo professore di fisica Maximillian Arturo, alla sua collega Wade Welles e al cantante in declino Rembrandt Brown, Quinn inizia un viaggio attraverso diversi universi paralleli. Ogni dimensione presenta una realtà alternativa con eventi storici e sociali diversi, come un mondo dove l’America è stata conquistata dall’Unione Sovietica o uno in cui gli Stati Uniti sono ancora una colonia britannica. La serie è stata inizialmente ben accolta per la sua originalità e intelligenza narrativa. Tuttavia, ha subito diversi cambiamenti nel cast e nella trama che hanno influenzato la qualità percepita dello show. La partenza di personaggi chiave come il Professor Arturo (interpretato da John Rhys-Davies) ha segnato un punto di svolta negativo per molti fan. Inoltre, l’introduzione di nuovi personaggi e archi narrativi meno apprezzati, come i Kromaggs (una specie di primati umanoidi) introdotti come antagonisti nella serie, ha contribuito a un calo di interesse. Altro errore si è visto nella terza stagione con uno sciagurato cambiamento nella trama, influenzata da una serie di parodie di film. Questo approccio ‘parodistico’ è stato adottato per assecondare i desideri del network televisivo, ma non è stato ben accolto dal pubblico, portando a un ulteriore calo degli ascolti.
Le prime due stagioni di Sliders sono state particolarmente lodate per la loro capacità di esplorare concetti di realtà alternative in modo creativo e avvincente, pur nei limiti di uno spettacolo di intrattenimento ‘leggero’ e non troppo impegnativo. Sebbene non abbia raggiunto il successo duraturo di altre serie di genere fantascientifico, Sliders rimane una serie iconica degli anni ’90 che ha saputo catturare l’immaginazione del pubblico con il suo approccio innovativo ai viaggi interdimensionali.
Spellbinder
Spellbinder nasce dalla singolare collaborazione tra Australia e Polonia, andata in onda dal 1995 al 1997 per un totale di 52 episodi distribuiti su due stagioni. Un bizzarro incidente trasporta l’adolescente di periferia Paul in un mondo parallelo! Qui, la Rivoluzione Industriale non è mai avvenuta e un potente gruppo chiamato Spellbinders controlla le persone sfruttando la loro paura e ignoranza. Aiutato da una giovane ragazza, Riana, Paul deve raccogliere aiuto da entrambi i mondi contemporaneamente, o sarà abbandonato per sempre. Gli Spellbinders possiedono la capacità di manipolare l’elettricità e volare su enormi navi volanti alimentate da cristalli rotanti, ma non conoscono la polvere da sparo. La fantascienza di Spellbinder si fonde decisamente con il fantasy sia per l’ambientazione antitecnologica che per i costumi medievaleggianti dei personaggi. Anche la malvagia Ashka è un villain tipicamente fantasy con tanto di cavallo e armatura (seppur in grado di emettere scariche elettriche grazie a un’arcana tecnologia). Così come sono tipicamente fantasy le tematiche affrontate dalla serie come la responsabilità del potere e la lotta tra bene e male. Il contrasto tra il mondo moderno di Paul e la società primitiva degli Spellbinders crea situazioni intriganti e conflitti narrativi che mantengono alta l’attenzione dello spettatore. Nella seconda stagione, la trama si espande ulteriormente con l’introduzione di nuovi mondi alternativi, arricchendo l’universo narrativo e offrendo nuove possibilità per avventure e una maggiore esplorazione dei personaggi e delle loro motivazioni. Tra i fantasiosi nuovi mondi della seconda stagione citiamo in ordine sparso La Terra del Signore Dragone, La Terra degli Immortali, Il Mondo dei Doppi, etc… Come si può intuire dalla collaborazione tra Tv polacca e l’Australian Children’s Television Foundation, Spellbinder si rivolge soprattutto a un pubblico giovane di adolescenti ma può essere apprezzata anche da un pubblico adulto grazie a uno svolgimento abbastanza avvincente, nonostante alcuni rallentamenti nel ritmo della narrazione e una certa povertà di scenografie ed effetti speciali.
Nella terza e ultima parte dell’articolo vedremo le serie TV realizzate nel nuovo millennio che raggiungeranno il massimo sviluppo in fatto di complessità narrativa e spettacolarità sul tema universi paralleli e mondi alternativi.