Alonso Chaney (1883-1930), più noto come Lon, è comunemente considerato come la prima stella del cinema fantastico, anche se su un centinaio di film che interpretò, forse poco meno di una dozzina possono essere considerati strettamente di genere horror o fantastico. Già in Germania nel periodo tra la Prima Guerra Mondiale e gli anni Venti, vediamo apparire sugli schermi alcuni tra i più grandi artisti del cinema fantasy-horror come Werner Krauss (Il gabinetto del dottor Caligari), Conrad Veidt (La testa di Giano), Paul Wegener (Il Golem), Max Schreck (Nosferatu), Rudolf Klein-Rogge (Il dottor Mabuse). Ma Lon Chaney lasciò un’impronta indelebile in America e nel mondo principalmente per le sue straordinarie interpretazioni di personaggi insoliti e ricchi di pathos. La sua celebrata capacità di umanizzare persino le caratterizzazioni più bizzarre ritratte sullo schermo è stata unica ai quei tempi e rimane ancora indimenticabile.
Lon Chaney nacque a Colorado Spring il primo aprile 1883 da genitori entrambi sordomuti. Sebbene sua nonna materna diede alla luce quattro figli tutti sordomuti, la madre di Lon ebbe quattro bambini tutti normali, di cui Lon era il secondo. Come egli stesso dichiarò in seguito, la sua notevole abilità mimica ebbe origine dalla sua infanzia difficile a contatto con genitori sordomuti. Sin da bambino dovette imparare a comunicare tutte le sue emozioni senza la parola o l’udito, ma con il linguaggio dei segni. Così acquisì il suo senso della pantomina, poi abilmente sfruttato in numerose interpretazioni.
Sin dall’età di 12 anni Lon venne a contatto con il mondo del teatro, entrando nell’ambiente inizialmente come operaio e comparsa. Poi a 17 anni esordì come attore e autore con il fratello maggiore John che aveva fondato una compagnia teatrale. Lon aiutò il fratello ad allestire e mettere in scena un’operetta comica intitolata Said Pasha che ebbe un certo successo e fece dei soldi. Questo incoraggiò Lon a proseguire sulla strada del mondo dello spettacolo che lo portò poi ad approdare sul grande schermo. Nel 1905, durante una tournée con un’altra compagnia ad Oklahoma City, conobbe Cleva Creighton, una cantante corista di 15 anni che aveva trovato lavoro presso la sua troupe e si sposarono tre giorni dopo il loro primo incontro. Un anno dopo nacque un figlio, Creighton, che in seguito sarà conosciuto con il nome d’arte di Lon Chaney Junior il più celebre Uomo Lupo del cinema horror.
Lon Chaney intraprese la carriera cinematografica nel 1912 come comparsa, legandosi alla Universal, e interpretando film comici e western di cui sporadicamente fu anche regista e sceneggiatore. Poi imboccò la strada a lui più congeniale nel melodramma romantico La bestia nera (The Wicked Darling) del 1919 di Tod Browning, regista con cui in seguito Lon girò alcuni classici dell’horror del cinema muto. Tra i personaggi del film si segnala proprio Chaney nei panni di ‘Stoop’ Connors. Il suo primo grande successo arrivò con The Miracle Man (1919) di G. L. Tucker in cui interpretava The Frog, un falso sciancato. Il regista Tucker riteneva che il ruolo fosse adatto solo per un contorsionista. Ma Lon la notte prima dell’audizione sperimentò diverse deformità e posizioni anche per entrare meglio nella parte del personaggio. Dopo un certo numero di prove decise di essere un paralitico; e con un trucco convincente assunse un aspetto sufficientemente orripilante e grottesco. Il giorno dopo la parte fu sua.
Fu l’inizio di una lunga galleria di caratterizzazioni a cui (anche se la maggior parte dei film non erano strettamente horror) la personalità strana e introversa di Lon Chaney forniva un inimitabile tocco macabro: orientali, doppi ruoli, paralitici, uomini senza gambe, mostri deformi, medici pazzi, etc… Nel melodramma criminale The Penalty (1920) Chaney interpreta un vendicativo criminale senza gambe. Su questo film l’attore stesso ci racconta le difficoltà e i sacrifici incontrati per sostenere la parte: “A questo scopo le mie estremità erano legate dietro con una bardatura appositamente costruita. Questo mi fermava la circolazione e mi procurava sofferenze inenarrabili. Il dolore era così atroce che ero in grado di girare una scena solo per pochi minuti alla volta, e dovevo sottopormi a massaggi al cuore dopo ogni scena. Ero molto contento quando il film terminò, benché non mi dispiaccia adesso di aver provato quel ruolo. I risultati sullo schermo furono molto convincenti; ancora oggi ci sono migliaia di persone che si rifiutano di credere che io non sia uno storpio senza gambe“.
Una delle sue interpretazioni più celebri fu quella di Quasimodo in Nostra Signora di Parigi (The Hunckback of Notre Dame, 1923) di Wallace Worsley: il suo trucco richiedeva quattro ore di preparazione ogni mattina e consisteva in 15 chili di gomma sul petto, altri 20 chili per la gobba tenuti insieme da una imbracatura non dissimile da quella dei giocatori di football. Il tutto era ricoperto di pelle pelosa, anch’essa realizzata in gomma; inoltre il volto era deformato da pezzi di stucco e finti denti zannuti. Per fare un paragone la gobba di Charles Laughton nel remake del film realizzato nel 1939 pesava circa un chilo. Questo perché in precedenza non erano ancora state scoperte le plastiche leggere e la gommapiuma. Chaney soffrì così tanto per interpretare il ruolo di Quasimodo che fu ricoverato in ospedale per tre mesi dopo la lavorazione del film. Tuttavia la sua interpretazione fu acclamata come un capolavoro e il film fu selezionato tra i 10 migliori del 1923.
Uno dei suoi primi horror fu A Blind Bargain (1922) ancora diretto da Wallace Worsley dove interpreta il duplice ruolo dello scienziato pazzo e della sua patetica creazione, un essere gobbo e scimmiesco. Un altro ruolo horror è quello di un folle artista di figure di cera in While Paris Sleep di Maurice Tourneur (padre di Jacques Tourneur regista de La Notte del Demonio e di altri memorabili film del genere fantastico-horror). While Paris Sleep, una volta terminato, fu considerato un film così macabro che uscì nelle sale in ritardo, dopo tre anni, nel 1923.
Nel 1925 troviamo Chaney nel ruolo del maniacale Dr. Ziska nel film The Monster di Roland West, dove lo scienziato folle di turno si diverte a vivisezionare innocenti viaggiatori. Non ricorrendo quasi per niente al trucco, Chaney in questo film dimostrò tutta la sua abilità nel distorcere i suoi lineamenti, dando una rappresentazione convincente e calibrata di un sinistro uomo di scienza, ossessionato dai suoi malvagi progetti. Chaney ci fornisce la sua interpretazione forse più famosa ne Il Fantasma dell’Opera (The Phantom of the Opera , 1925) di Rupert Julian, tratto dall’omonimo romanzo di Gaston Leroux del 1910. Chaney si trovò perfettamente a suo agio nei panni di Eric il suonatore di organo che vive nascosto nei sotterranei dell’Opera di Parigi, follemente innamorato di una giovane corista: il trucco per lo spaventoso protagonista consisteva in un meccanismo inserito nel naso che ne inclinava la punta e allargava le narici; un altro meccanismo tirava indietro gli angoli della bocca e gli zigomi erano accentuati mediante dischi di celluloide inseriti in bocca. Alcuni trucchi e tecniche per realizzare una delle più memorabili maschere del cinema horror sono rimaste segrete per volontà dello stesso Chaney. Quando una volta gli fu domandato riguardo alle sue tecniche segrete di make-up, Chaney rispose: “Ci sono trucchi nel mio peculiare lavoro che non vorrei divulgare, non più di quanto un mago desideri svelare la sua arte. Nel Fantasma dell’Opera la gente è rimasta colpita dal mio spaventoso make-up. Ho ottenuto l’aspetto da testa di morto di quel ruolo senza indossare una maschera. E’ stato l’utilizzo di tinte nelle giuste sfumature e nei punti giusti che ha dato la completa illusione di orrore. Le mie esperienze sui palcoscenici teatrali, che furono ampie e svariate prima di approdare al cinema, mi hanno fatto comprendere l’importanza degli effetti di luce sulle facce degli attori e dei piccoli trucchi illusionistici. Grazie a ciò sono stato in grado di ottenere risultati spaventosi sullo schermo. Non ho mai indossato una maschera in vita mia, tranne che nelle feste di Halloween. E’ tutta una questione di combinare trucco e luci per ottenere la giusta illusione. Avendo ereditato dal palcoscenico al cinema ruoli bizzari e sgradevoli, suppongo di aver sviluppato una speciale capacità di deformare i miei lineamenti e le mie membra. Si tratta di un’arte, ma non magia“.
Negli anni successivi Chaney lavorò con Tod Browning in tutta una serie di pellicole a tinte fosche, con storie melodrammatiche di criminali, vendette e depravazioni varie. Nel film I Tre (The Unholy Three, 1925) Chaney è un ventriloquo a capo di un perfido trio dedito al crimine, composto anche da un nano e da un uomo forzuto. I tre nascondono le loro attività criminose dietro la facciata di un negozio d’animali di cui ovviamente Chaney mascherato da vecchia signora impersona anche la proprietaria. Il film, così insolito e particolare, fu rifatto cinque anni dopo con il sonoro, sempre con Lon Chaney nello stesso ruolo. Nel film Il Corvo (The Blackbird, 1926), basato su una storia scritta da Tod Browning, troviamo ancora Chaney impegnato in una doppia parte, nelle vesti di un incallito criminale e di un caritatevole vescovo zoppo. La vera prova dell’abilità di Chaney consiste nel fatto che i due personaggi differiscono totalmente uno dall’altro, sebbene abbiano le stesse fattezze. In The Road to Mandalay (1926) Chaney dimostra ancora la sua totale dedizione al mestiere di attore: per interpretare il sinistro Singapore Joe ricorre nuovamente alle sue speciali tecniche di make-up; il grottesco occhio cieco del protagonista viene realizzato ricoprendo (in modo doloroso) il suo bulbo oculare con la membrana interna di un uovo. La sua reputazione di mago del trucco salì di un ulteriore livello soprattutto per la stupefacente differenza di aspetto che intercorre tra il protagonista da giovane (il marinaio Joe) e il successivo degenerato e più vecchio Singapore Joe. Secondo lo stesso Chaney, il ruolo di Joe presentò più problemi che trasformarsi in Quasimodo o Eric, o altre sue bizzarre intepretazioni.
Uno dei ruoli più significativi, che rivela il fascino che mutilazioni e deformità esercitavano su Chaney e il regista Browning, è senza dubbio quello di Alonzo nel film Lo Sconosciuto (The Unknown, 1927), storia di un artista di circo che si finge privo di braccia e lancia i coltelli con i piedi. Per mettere in luce le sue qualità contorsionistiche, Chaney in una sequenza fuma una sigaretta reggendola tra le dita dei piedi. Però la più grande collaborazione tra Tod Browning e Lon Chaney viene considerata quella nel film Il Fantasma del Castello (London after Midnight, 1927), il primo film americano sui vampiri. Ancora una volta Chaney si esibisce in un doppio ruolo come vampiro e ispettore di polizia. Per il trucco del vampiro, vagamente ispirato al Mr.Hyde di John Barrymore, fu necessario il solito impegno e sacrificio da parte dell’attore: oltre all’applicazione di una scomoda dentiera di zanne aguzze, vennero inseriti anelli di fil di ferro nelle palpebre per ottenere l’effetto ‘occhi sporgenti’ dalle orbite. La caratterizzazione del grottesco vampiro interpretato da Chaney, simile a un pesce piranha, potrebbe competere degnamente con altre sue intepretazioni come Quasimodo o il Fantasma dell’Opera, se non fosse che, essendo andate perdute le copie del film da parecchio tempo, non è stata così conosciuta o apprezzata.
Chaney era ormai diventato uno degli attori più richiesti di Hollywood ed era consapevole di ciò; per lui era difficile staccarsi dal cinema, anche per pochi giorni per dedicarsi al suo passatempo preferito, la pesca. Dopo il 1929 con l’avvento del cinema sonoro molte star del muto non furono in grado di adattarsi al cambiamento e scomparvero nell’oblio. Ma Lon Chaney di fronte alla possibilità di ritirarsi a 46 anni dalle scene scelse di affrontare la sfida del cinema ‘parlato’, apprestandosi a diventare, dopo essere stato “l’uomo dai mille volti”, anche “l’uomo dalle mille voci”. Agli inizi del 1930 Lon annunciò pubblicamente alla MGM e alla stampa la sua decisione: “No, il ritiro sarebbe una fuga. E, sì, mi cimenterò nei film parlati! “.
Per qualche tempo Chaney si immerse nelle ricerche tecniche sul sonoro, studiando le apparecchiature di registrazione presso gli studi cinematografici. Sicuramente si dedicò alla cosa con la stessa intensità e dedizione che aveva messo nello studio e applicazione delle tecniche di make-up e travestimento. Il suo primo e unico film sonoro fu il remake di uno dei suoi più grandi successi di botteghino, The Unholy Three (1930). Uscito nel luglio 1930, The Unholy Three ebbe un successo istantaneo. Vecchi e nuovi fan erano ansiosi di sentire Chaney parlare per la prima volta sullo schermo. Ed egli dimostrò la sua bravura, non solo utilizzando la propria voce naturale ed imitando quella di una vecchia signora, ma anche interpretando altre tre parti con le relative voci. Ma purtroppo tragicamente questa fu la sua ultima apparizione sullo schermo. Già ammalato di un cancro alla gola, poco dopo aver terminato faticosamente il film, morì a 47 anni il 26 agosto 1930. Il giorno del suo funerale, tutte le attività nel mondo del cinema si fermarono per 5 minuti quando i fucilieri del corpo dei Marines spararono una salva come tributo alla sua memoria. Fino alla fine ebbe accanto la seconda moglie Hazel.
Una delle battute più in voga a quei tempi era quella di fermare chi stava per schiacciare un ragno, dicendogli: “Attento… potrebbe essere Lon Chaney!“. Era questo l’aspetto che colpiva di più lo spettatore della sua recitazione: l’estrema capacità di immedesimarsi nei suoi personaggi, utilizzando le grandi risorse mimiche per assumere di volta in volta visi e caratteri sempre diversi. Chaney riteneva che il carattere di una persona fosse rivelato dalle sue articolazioni facciali. La recitazione mimetica di Chaney, che coinvolgeva l’intero corpo spesso sottoposto ad una disciplina quasi masochistica, non ha trovato uguali nel mondo del cinema. In seguito Hollywood rese omaggio a Lon Chaney con un film, L’uomo dai mille volti del 1957 diretto da Joseph Pevney, ispirato alla vita dell’attore, impersonato nell’occasione dal divo James Cagney.
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