Il giorno di San Valentino dell’anno 1900 un gruppo di ragazze di un aristocratico e vittoriano collegio in Australia, compiono una gita picnic ai piedi dell’immenso gruppo roccioso della Hanging Rock. Quattro di loro si allontanano dal gruppo per esplorare le imponenti rocce. Al tramonto, solo una ragazza torna indietro, sotto shock e senza memoria dell’accaduto. Anche l’istitutrice risulta scomparsa…
Picnic ad Hanging Rock (1975) di Peter Weir, tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice australiana Joan Lindsay, può essere definito un mistery fantastico che fa degli spettacolari e magici scenari australiani il maggior motivo di fascino e attrazione. La storia della Lindsay è d’invenzione, anche se alcune frasi tratte da interviste con la scrittrice hanno lasciato credere che vi sia qualche riferimento a fatti di cronaca realmente accaduti. Anche questo ha contribuito a dare a Picnic ad Hanging Rock una certa reputazione di film misterioso. Il film è fedele al romanzo nello svolgimento della storia e nella resa delle atmosfere, a parte alcune inevitabili omissioni o riduzioni. Picnic ad Hanging Rock impose Peter Weir all’attenzione internazionale e fu uno dei primi film a far conoscere la cinematografia australiana, prima di allora quasi ignorata. Il film ottenne anche un certo successo commerciale.
Si tratta indubbiamente di un’opera assai raffinata sotto l’aspetto formale grazie alla fotografia onirica di Russell Boyd (vennero poste calze di nylon sopra gli obiettivi delle cineprese per ottenere un effetto di luce soffusa) e alla musica di Bruce Smeaton (con l’accompagnamento ipnotico del flauto di pan del musicista rumeno Gheorghe Zamfir). Weir è molto abile a fondere con maestria i vari elementi nel film in bilico tra horror, fantastico, dramma sentimentale, thriller anche se non è presente una goccia di sangue, né un assassinio, o un reale e manifesto evento magico. E’ presente invece quello che sarà il tema portante di molti film di Weir, ovvero l’irrisolvibile conflitto tra la nostra società razionale, oppressiva, perbenista e la natura irrazionale, vitale, libera. La debole patina che ricopre il continente australiano, costituita dalla civiltà occidentale, sembra poter scomparire di fronte agli oscuri abissi celati nei crepacci di Hanging Rock. Nelle atmosfere irreali e oniriche si manifesta il fascino per l’ignoto e l’orrifico che sembra attrarre irresistibilmente le giovani protagoniste. Il film lascia una sensazione di disagio, tanto più inquietante in quanto non sono previste soluzioni o spiegazioni razionali agli eventi illustrati. In seguito Peter Weir proseguirà la sua riflessione fra incontro/scontro di culture diverse (cioè tra colonizzatori bianchi e aborigeni australiani) nel tenebroso e apocalittico L’ultima onda (1977).
Merita un cenno a parte la questione del finale irrisolto del romanzo e quindi del film che ne ricalca fedelmente le orme: per anni i fan si sono affannati a cercare una soluzione o spiegazione alla misteriosa scomparsa delle ragazze, tanto più che si riteneva che la Lindsay si fosse ispirata ad un fatto vero che del resto non ha mai trovato alcun riscontro nelle cronache giornalistiche del tempo. Ma in verità un finale esiste, infatti l’autrice di Picnic at Hanging Rock, aveva scritto un romanzo composto da diciotto capitoli, con un finale che forniva una sorta di spiegazione per la scomparsa delle tre ragazze sulla roccia e del ritrovamento di Irma. Per ragioni commerciali l’editore aveva chiesto alla Lindsay di rimuovere l’ultimo capitolo (il diciottesimo) e la Lindsay aveva acconsentito, lasciando al suo agente il compito di pubblicarlo dopo la sua morte (avvenuta nel 1984). Il capitolo è stato pubblicato in un libretto di una cinquantina di pagine nei paesi anglosassoni nel 1987 e non risulta che sia mai uscito in Italia. Se volete conoscere nei dettagli la storia del misterioso capitolo 18 potete farlo al seguente link:
Terre di confine: Picnic a Hanging Rock
Titolo: Picnic ad Hanging Rock (Picnic at Hanging Rock)
Regia: Peter Weir
Anno: 1975
Produzione: Australia – The Australian Film Commission – Colore, sonoro, durata 115 min.
Sceneggiatura: Cliff Green (tratto da un romanzo di Joan Lindsay)
Fotografia: Russell Boyd
Scenografia: David Copping
Musica: Bruce Smeaton, Gheorghe Zamfir
Interpreti: Anne Lambert, Rachel Roberts, Dominic Guard, Helen Morse, Jacki Weaver, Vivean Gray
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