Nell’anno 2018 le corporazioni hanno sostituito le nazioni e i governi e controllano capillarmente la vita di tutto il pianeta. Il benessere è diffuso e l’assenza di conflitti è controbilanciata dal gioco ultra violento del Rollerball che dà sfogo alle pulsioni aggressive del popolo. Nel gioco del Rollerball due squadre composte da corridori in pattini a rotelle e in motocicletta si affrontano su una pista circolare per mettere in buca una palla d’acciaio. Il veterano Jonathan E., il campione più forte del gioco, è divenuto troppo popolare per i dirigenti delle corporazioni che lo vogliono spingere a ritirarsi. Ma Jonathan è pronto a combattere fino alla fine…
Il futuro distopico che ci presenta Rollerball (1975) è una proiezione delle paure tipiche della fantascienza sociale degli anni ’70. Guerre, crimini, violenza e povertà sembrano essere state sconfitte ma il prezzo pagato è stato piuttosto alto in termini di libertà individuali, infatti le multinazionali corporative controllano ogni aspetto della vita dei cittadini. Nonostante alcuni aspetti possano essere considerati un po’ datati, il film è da considerarsi un classico del genere, che si fa seguire con vivo interesse soprattutto per il tema dell’uomo solo che si batte contro il sistema oppressivo. Punto di forza della pellicola sono indubbiamente le sequenze d’azione delle partite di rollerball, altamente spettacolari e assai violente, modello di riferimento per svariati film successivi. Molto realistica e ben realizzata la pista di gioco del rollerball, sfondo ideale per le scene più drammatiche e cruente. Memorabile l’inserimento nella colonna sonora della ‘Toccata e fuga’ di Bach. Buona parte del film poggia sulle spalle del protagonista interpretato da James Caan, perfetto nel ruolo del personaggio indomito e carismatico. Apprezzabili le location ‘futuristiche’ ed azzeccata la rappresentazione dell’alta società vista come un’elite vuota e annoiata. L’uso ripetuto degli zooms, di musica classica e architettura moderna (cemento e vetro) rivelano anche l’influenza del capolavoro di Kubrick, Arancia Meccanica (1971). Nel 2002 è uscito un mediocre remake di Rollerball dallo stesso titolo, incomprensibilmente ambientato in Russia (ma in realtà girato in Canada). Il remake non ha avuto alcun successo.
Curiosità
Questo è stato il primo film dove sono apparsi sullo schermo i nomi degli stuntmen. Normalmente il loro lavoro sarebbe rimasto ignoto, ma il regista era rimasto così impressionato dal loro operato, da inserire i loro nomi nei titoli di coda. Da allora, gli stunt vengono accreditati sullo schermo per il lavoro pericoloso che svolgono.
Contrariamente alle dicerie, nessuno stunt è morto durante le riprese.
Le sequenze di gioco sono state girate alla Basketball Arena di Monaco di Baviera (ora conosciuta come Audi Dome). Gli abitanti di Monaco sono stati invitati durante le riprese come spettatori alle partite.
Il regista Norman Jewison concepì film come un’opera anti-violenza, ma il gioco del rollerball fu tanto apprezzato al punto che si parlò di formare vere squadre di rollerball, cosa che lo fece inorridire.
L’abilità dell’attore John Beck con i pattini a rotelle gli consentì di recitare in molte scene senza l’ausilio di una controfigura.
Il palazzo della società Energy, dove all’inizio del film Jonathan E. incontra il dirigente Bartholomew non è altro che il palazzo della BMW a Monaco di Baviera, opportunamente camuffato.
(Fonti: Wikipedia e IMDb)
Titolo: Rollerball
Regia: Norman Jewison
Anno: 1975
Produzione: USA – Norman Jewison, Patrick Palmer – sonoro, colore, durata 115 min.
Sceneggiatura: William Harrison
Fotografia: Douglas Slocombe
Scenografia: John Box
Effetti speciali: Sass Bedig, John Richardson
Musica: Andre Previn
Interpreti: James Caan, John Houseman, Maud Adams, John Beck, Moses Gunn
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