Uno scrittore in crisi si trasferisce con la sua famiglia in una casa dove l’anno prima una ragazzina era scomparsa dopo lo sterminio della sua famiglia. Qui scopre una cassa contenente dei filmini in Super 8 che mostrano una serie di efferati omicidi avvenuti in quella casa e altri precedenti in posti diversi. Questo suggerisce l’operato di un serial killer le cui azioni sembrano risalire agli anni ’60. Ma chi è l’inquietante figura che appare in ogni filmato?
Il regista Scott Derrickson (anche sceneggiatore) utilizza l’ormai abusato espediente del ‘found footage’ per costruire un horror abbastanza originale e pauroso. Questa volta la paura (e il pericolo) arrivano da vecchi filmini ‘vintage’ in formato Super 8, non da moderni video in formato digitale. Gli espedienti utilizzati (e le dinamiche che ne conseguono) sono quelli consolidati di tanta altre pellicole horror uscite in questi anni (si veda la serie Paranormal Activity) ma il risultato finale è superiore alla media. La casa isolata e infestata da presenze spettrali, il protagonista ossessionato dal suo lavoro che rischia di sprofondare nella follia, la famiglia in pericolo, l’entità che rapisce i bambini … sono tutti elementi ben conosciuti e collaudati in questo genere di film. Ma la tensione rimane sempre alta grazie a una storia che gradualmente passa da un’indagine su delitti di cronaca ad una dimensione soprannaturale angosciante, ad un’interpretazione tesa e intensa da parte di Ethan Hawke, ad uno stile di regia che evita inutili effetti splatter anche quando deve mostrare efferati delitti. Ma è il sinistro e misterioso demone Bughuul a meritarsi un posto d’onore tra le recenti creazioni del cinema horror: celato nei fotogrammi dei filmini, egli è (nel film) un’antica divinità pagana babilonese che si nutre delle anime dei bambini ed in grado di accedere al mondo reale attraverso le immagini che lo raffigurano, siano esse antichi disegni o moderne pellicole. Ovviamente non c’è nessun demone Bughuul nella mitologia babilonese e forse sarebbe stato meglio se gli sceneggiatori si fossero rifatti a qualche leggenda o mito ‘realmente’ esistente per dare maggiore spessore al film. Anche se il nome Bughuul deriva dalla parola “Boggle” nell’antico inglese che successivamente si è trasformata in “Boogeyman” (il nostro uomo nero o Bau Bau…) nell’inglese moderno. Se guardiamo ai tempi antichi l’Uomo Nero può essere avvicinato a Moloch che nella Bibbia viene citato come dio venerato dai Cananei al quale venivano offerti dei bambini in sacrificio. Il Moloch compare nel film Cabiria di Giovanni Pastrone del 1914, con una scena di sacrificio di una bambina.
Curiosamente, sulla quantità di spavento provocato da Sinister è stato condotto un esperimento dal professore Brendan Walker, direttore del Thrill Laboratory, che ha fatto vedere un’anteprima speciale del film ad un gruppo di persone con attaccati cavi che attraverso un computer misuravano il battito cardiaco. Visto che il battito di tutti i partecipanti aveva avuto dei picchi il film è stato vietato ai cardiopatici. Questo esperimento è presente nei contenuti speciali del DVD e del Blu-Ray del film. Visti i buoni risultati ottenuti al box office è già in cantiere Sinister 2.
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