Dopo il successo di Goodnight Mommy, i due registi austriaci Veronika Frank e Severin Fiala tornano in scena con un altro thriller psicologico di forte impatto, The Lodge, prodotto dalla Hammer film.
Richard, dopo il suicidio della moglie, decide di trascorrere le vacanze di Natale nel suo chalet di montagna con i due figli e la nuova giovanissima compagna Grace. Un impegno imprevisto riporta Richard in città per una notte, creando così l’occasione per la ragazza di familiarizzare con i figli, in verità piuttosto riluttanti se non ostili all’idea di rimanere soli con la nuova compagna del padre. Il doloroso e oscuro passato di Grace farà presto degenerare la situazione…
The Lodge una tragedia horror annunciata
Dopo l’acclamato e innovativo Goodnight Mommy, Veronika Frank e Severin Fiala erano attesi per una conferma del loro indubbio talento, cosa non facile vista l’assoluta originalità del loro primo film e la nuova produzione in lingua inglese, inevitabilmente più legata alle logiche commerciali di un film horror ‘mainstream’. Sotto quest’ultimo aspetto i due registi non hanno rinunciato alla loro impronta autoriale, realizzando un thriller psicologico, teso e angosciante, dalle cupissime atmosfere horror enfatizzate dalla splendida fotografia di Thimios Bakatakis (Il sacrificio del cervo sacro), senza dimenticare la regia impeccabile, ricca di piani sequenza, e l’interpretazione degli attori di assoluto livello, cosa indispensabile in una vicenda claustrofobica ambientata in prevalenza negli spazi ristretti di uno chalet di montagna. Non troveremo quindi in The Lodge facili concessioni allo splatter, o il ricorso a spaventose entità soprannaturali che ci fanno saltare sulla sedia. Anzi la suspense viene costruita lentamente ma inesorabilmente fino al raggelante finale, efficace ma non così inatteso, come vedremo. Piuttosto, come in Goodnight Mommy, vi è il ricorso a scene oniriche piuttosto enigmatiche che hanno lo scopo di instillare nello spettatore il dubbio tra cosa è reale e cosa no.
Se The Lodge ha dei limiti, li troviamo a livello di sceneggiatura in quanto lo svolgimento della vicenda in qualche modo risulta scontato e un po’ inverosimile. Questo è dovuto al fatto che i registi, pur riuscendo a realizzare un’opera impeccabile tecnicamente e dotata di un notevole fascino visivo, sono rimasti troppo ancorati alla struttura narrativa e tematica di Goodnight Mommy, senza riuscire a replicare però un finale sorprendente e memorabile come quello della loro opera prima. Anche in The Lodge troviamo una famiglia problematica composta da un padre (Richard Armitage), una giovane matrigna (Riley Keough) e due ragazzi svegli (Lia McHugh, Jaeden Martell) ma traumatizzati dal suicidio della mamma; infatti appena possono, si mettono indagare sulla ‘nuova’ giovane madre Grace, ritenendola responsabile della morte della mamma, e scoprono che in passato aveva aderito a una setta di fanatici religiosi cristiani che si erano poi suicidati collettivamente. Quando la disturbata Grace non riuscirà più a trovare le sue pillole (psicofarmaci), capiamo troppo presto che il film si incanalerà sui binari della follia e della paranoia, nonostante a un certo punto l’andamento della vicenda ci instilli il dubbio di una possibile svolta soprannaturale, in stile Il Sesto Senso o The Others. Invece siamo più dalle parti di The Visit ma senza lieto fine e senza veri colpi di scena. Ma è la figura del padre Richard, insensibile e stupido (come solo talvolta sanno essere stupide le persone insensibili), che con il suo comportamento ci fa capire in anticipo che assisteremo a una tragedia annunciata, terribile e angosciante ma senza grandi sorprese per lo spettatore che magari si era creato certe aspettative. Prima, il serafico e indifferente Richard, benché sia un brillante psichiatra, lascia la moglie per un’attraente ma psicolabile superstite di una setta suicida, poi decide di sposarla comunicando la decisione (con un sorrisino stampato sulla faccia) alla povera madre dei suoi figli (che infatti non esiterà a spararsi un colpo in testa). Non contento, Richard, da genitore moderno, insisterà per far conoscere e frequentare ai figlioli (visibilmente ostili) la nuova fiamma. Poi, dopo averli convinti a fare una bella gita tutti insieme in un luogo tetro e isolato nella neve, come ciliegina sulla torta, il premuroso papà trova il modo di assentarsi per qualche tempo, lasciando da soli i pargoli con l’instabile Grace. Però, non prima di aver dato alla ragazza un bel revolver carico (!) che lei, tra l’altro, dimostra di saper già usare molto bene.
Spoiler!
Il tutto risulta molto drammatico e inquietante, ma piuttosto prevedibile in sintesi. Se chiudiamo un occhio su questo aspetto deludente, rimane comunque un film di sofisticata fattura, assai lontano dalla maggior parte delle produzioni horror correnti, ricco di immagini e visioni ambigue ed enigmatiche (le bambole, i pesci congelati, gli oscuri ritratti di madonne, la casa cruciforme…). Non mancano le citazioni cinefile (La Cosa di Carpenter), ma anche molto derivative (Hereditary – Le radici del Male, per quanto riguarda la casa di bambole). Il film vuole affrontare tematiche importanti come il fanatismo religioso, la follia, la crisi della famiglia, la colpa, tutti aspetti comunque non nuovi nel cinema horror (vedi The Witch, film che presenta molti punti di contatto con The Lodge).
Se come thriller il film non decolla pienamente per i sopracitati motivi, si fanno apprezzare però alcune svolte narrative e cambi di prospettiva soprattutto sul personaggio di Grace (ottima interpretazione della Keough) che passa da possibile minaccia a vittima (e poi infine carnefice) nel corso della storia. Eccellente anche l’uso degli esterni innevati, gelidi e alieni, in contrasto con la (falsa) sicurezza offerta dagli interni dello chalet di montagna.
Adesso ci aspettiamo dalla coppia di registi un’altra conferma del loro talento, magari affrontando temi diversi, senza però farsi fuorviare da percorsi più commerciali.
Titolo originale: The lodge
Regia: Severin Fiala, Veronika Franz
Sceneggiatura: Sergio Casci
Produzione: 2019 – USA, Canada, UK – Hammer Film – Durata: 100 minuti
Cast: Riley Keough, Richard Armitage, Alicia Silverstone, Jaeden Martell, Lia McHugh
Trailer: clicca qui